Cresce il peso della componente ESG nell’universo degli ETF. Nell’anno che si è appena chiuso le strategie ESG hanno incrementato ulteriormente il loro peso e ora rappresentano il 65% di tutti gli afflussi negli ETF quotati in Europa. Un risultato importante per due diversi motivi: tanto per iniziare l’incremento della componente ESG sulla totalità degli afflussi è avvenuto in un contesto macroeconomico e finanziario del tutto avverso; in secondo luogo stiamo parlando non di un aumento di poche unità su base annua ma di un vero e proprio rally visto che nel 2021 il peso della componente ESG sugli afflussi di ETF europei era pari al 53%.
E’ quindi evidente che sia in atto un preciso trend che potrebbe durare anche nel corso del nuovo anno.
Ma vediamo le dimensioni di questo rally. Secondo i dati comunicati da Morningstar, gli ETF ESG nel 2022 hanno registrato afflussi per 51,5 miliardi di euro su flussi totali pari a 78,4 miliardi di euro per tutti gli ETF in Europa. Nonostante il forte rialzo in termini relativi, dal punto di vista assoluto siamo lontani dai 160 miliardi di euro che vennero investiti dagli investitori in ETF ESG nel 2021 rappresentando il 51% degli afflussi totali.
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Mornigstar ha poi aggiunto nel suo report che le attività in ETF ESG in Europa sono cresciute a 248,8 miliardi di euro e ora rappresentano il 18,8% del totale degli asset. Secondo Jose Garcia Zarate, direttore associato delle strategie di ricerca passiva di Mornigstar, è evidente, nonostante il sentiment avverso del 2022, che la tendenza a favore dell’ESG si sia molto rafforzata nel corso degli ultimi tre anni. Per l’analista, è stato grazie ad un mix si investimenti in nuovi prodotti e al riutilizzo di fondi passivi tradizionali in nuove proposte ESG che i flussi annuali in strumenti ESG rispetto ai flussi totali nel mercato ETF europeo, hanno registrato un aumento record al 65% nel 2022 contro il 14% del 2018.
A livello di prodotto, l’ETF ESG che nel 2022 ha evidenziato la più alta raccolta di asset è stato l’ETF iShares MSCI USA ESG Enhanced UCITS (EEDS) che ha beneficiato di afflussi per 4,4 miliardi di dollari nell’ultimo anno.
A livello strategico, nel 2022 gli ESG azionari hanno rappresentato il 75,5% degli ETF ESG complessivi. Il patrimonio degli ESG azionari è arrivato a 188,1 miliardi di euro ossia il 21,3% del patrimonio totale investito in ETF azionari in Europa.
Nonostante questi afflussi, l’azionariato ESG ha sottoperformato rispetto al mercato. L’indice S&P ESG, infatti, ha evidenziato un rendimento del -15,3% contro il rendimento del -14,5% dell’S&P 500.
ETF ESG: regole più stringendi dall’ESMA?
Intanto lo scorso novembre, l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha comunicato che è sua intenzione varare nuove regole sulle modalità attraverso le quali i gestori patrimoniali dovrebbero denominare i propri fondi ESG per alzare il livello di sicurezza degli investitori. Stando alle anticipazioni, l’autorità europea punterebbe ad introdurre una soglia minima del 50% di investimenti sostenibili per i fondi che hanno il termine sostenibile nella loro denominazione e una soglia dell’80% per i fondi che hanno il termine ESG nella denominazione.
In pratica solo gli ETF con almeno l’80% investito in modo sostenibile possono chiamarsi ESG. Un provvedimento simile favorirebbe la scrematura del settore contenendo il fenomeno del greenwashing, tecnica di comunicazione sempre più usata attraverso la quale molti gestori inducono i potenziali investitori a ritenere che un fondo sia molto più sostenibile di quello che alla fine è realmente.