IG broker regime amministrato
Come funziona il regime amministrato con il broker IG (www.risparmioggi.it)

Da sempre i trader italiani preferiscono nettamente i broker i regime amministrato a quelli in regime dichiarativo. Il “primo problema” è che mettendo al primo posto la questione fiscale e poi tutto il resto appresso, il ventaglio di opzioni a disposizione si stringe tantissimo perchè la maggior parte dei broker esteri operanti in Italia non fanno da sostituto di imposta. Il “secondo problema” è che, quando si parla di trading online, le migliori condizioni sia economiche (costi e commissioni), che in termini di offerta (strumenti e mercati disponibili) e di efficienza (semplicità di utilizzo della piattaforma) sono spesso proposte dai broker esteri. E allora cosa fare per evitare questa morsa a tenaglia? Molti trader, pur di stare tranquilli con il fisco, limitano la loro scelta ai pochissimi broker italiani anche se ciò, spesso, significa rinunciare a condizioni di trading di livello più alto.

In realtà è possibile garantirsi contemporaneamente la tranquillità fiscale che il regime amministrato è in grado di dare e al tempo stesso l’ l’efficienza e la convenienza tipica dei broker esteri optando per quei broker che in Italia hanno una sede e che di conseguenza possono operare come sostituto di imposta. Sono pochissimi a poter vantare entrambe le caratteristiche e tutti sono ritenuti di alto livello per l’ampiezza dei servizi e per la serietà della proposta.

Tra i più importanti in assoluto c’è IG, broker che molti italiani conoscono ancora con la vecchia denominazione IG Markets. Presente sul mercato del trading online da oltre 50 anni, IG è broker in regime amministrato. In questa rapida guida spiegheremo non solo come funziona tutto il meccanismo fiscale ma anche come poter passare dal regime dichiarativo a quello potenzialmente più favorevole senza perderci la testa.

I broker in regime amministrato in Italia sono pochissimi

I guadagni derivanti da trading online sono tassati dallo stato. I regimi fiscali sono essenzialmente due: quello amministrato e quello dichiarativo. Nel regime amministrato è il broker a gestire direttamente tutto quello che riguarda la tassazione sui guadagni realizzati dall’investitore, senza che quest’ultimo debba occuparsene in autonomia. Nel regime dichiarativo, invece, il broker invia al massimo un documento riepilogativo ma poi tutti gli adempimenti fiscali restano in carico al trader che è quindi costretto a delegare tutta questa attività al proprio commercialista. E’ proprio per evitare questi passaggi che i trader italiani hanno sempre avuto le idee molto chiare su cosa scegliere.

Optare per un broker in regime amministrato significa delegare a quest’ultimo, in piena autonomia, il calcolo delle tasse dovute. Quindi sarà lo stesso broker a calcolare prima e poi versare limposta del 26% sulle rendite finanziarie direttamente all’Agenzia delle Entrate. Il trader non dovrà inserire nulla nella sua dichiarazione dei dichiarazione dei redditi perchè sarà il broker ad occuparsi di tutto.

Posta la questione in questi termini e considerando quella che la “cultura del trader italiani”, verrebbe spontaneo chiedersi perchè tutti i broker di trading attivi in Italia non operino in regime amministrato. Il punto è che non possono per legge. Solo i broker che hanno una sede o una succursale nel nostro Paese possono farlo. Ma avere una filiale in Italia significa costi in più per il broker, l’adeguamento alla normativa ed è per questo che in tanti, anche tra i migliori, lasciano perdere.

🙋🏻‍♂️ Un broker in regime amministrato consente comunque ai trader di scegliere il regime dichiarativo mentre, ovviamente, non vale l’opposto e quindi un broker in regime dichiarativo non potrà mai essere sostituto di imposta.

Vantaggi e svantaggi dei broker in regime amministrato

Una delle convinzioni più dure a morire che circolano tra i trader italiani è che il regime amministrato abbiamo solo vantaggi. Ancora una volta pur di non fare i conti con un fisco che appare complesso e incapace di semplificarsi, si preferisce guardare tutto ad una dimensione. In realtà anche i broker in regime amministrato hanno i loro svantaggi.

Se è vero che con i broker sostituto di imposta si evitano gli errori nella compilazione della dichiarazione e che il pagamento delle tasse sui guadagni effettivi è immediato, è altrettanto vero però c’è meno flessibilità rispetto al rispetto al regime dichiarativo, dove il trader può gestire la fiscalità da solo ma soprattutto non è possibile compensare le minusvalenze con guadagni futuri su altri conti.

E allora cosa fare?

Lasciando perdere la questione dell’impiccio fiscale, la scelta del regime amministrato rispetto a quello dichiarativo dipende dal profilo del trader. Se l’attività di trading è limitata allora optare per un broker sostituto di imposta significa non solo stare più tranquilli ma anche alleggerirsi. Viceversa se il volume di trading inizia ad essere significativo, è preferibile ottimizzare la gestione fiscale ricorrendo alla compensazione misusvalenze / plusvalenze che è possibile solo con il regime dichiarativo è possibile avere.

Ora il punto è che non esiste trader che oggi è in grado di sapere quale sarà la sua attività di trading. Di solito, infatti, si parte con piccolo volumi ma se poi c’è una crescita dell’interesse magari perchè l’attività è remunerativa, allora ecco che la mole aumenta.

Considerando questa progressione evolutiva, la scelta ottimale è quella di ricorrere ad un broker serio che è sostituto di imposta, permette comunque di operare in regime dichiarativo ma soprattutto gestisce il passaggio internamente in modo semplice e senza complicazioni.

E’ qui che emerge IG (o IG Markets in base alla vecchia denominazione).

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Come funziona il regime amministrato con IG

Due parole in croce sul broker IG (anche perchè c’è una recensione aggiornatissima per saperne di più). Dei 50 anni di storia alle spalle abbiamo già detto, aggiungiamo gli oltre 300.000 clienti attivi in tutto il mondo ma soprattutto (questo è quello che pesa ai fini del discorso fiscale) una sede anche in Italia, a Milano. La direzione centrale di IG è in Gran Bretagna ma nel nostro Paese è presente un ufficio operativo da tantissimi anni proprio perchè il broker è ben radicato sul mercato italiano. Viene soddisfatta la condizione iniziale e quindi IG Markets è broker sostituto di imposta.

Il funzionamento è molto semplice, tuttavia è fondamentale che i pochissimi passaggio richiesti al trader siano da lui effettuati per evitare spiacevoli sorprese nelle fasi successive.

All’apertura del conto (qui la pagina ufficiale) è fondamentale che, accanto a tutti i dati identificativi personali, il trader scelga il regime del risparmio amministrato come sua preferenza in relazione alla posizione fiscale. Se non viene effettuata scelta specifica, di default scatta l’adesione al regime dichiarativo.

Questo è quello che deve fare il trader: solo un passaggio ma di fondamentale importanza. Al resto del funzionamento ci penserà IG, giorno dopo giorno.

Il regime amministrato, infatti, prevede che ogni giorni venga calcolata la plusvalenza o la minusvalenza globale ottenuta in quelle 24 ore. Ogni giorno IG provvederà al calcolo delle eventuali imposte da pagare.

Solo ai fini fiscali, le posizioni saranno chiuse con il metodo Lifo in base al quale se si decide di vendere una parte del proprio investimento, saranno considerate vendute per prime le unità comprate più di recente. Ma questa è più che altro una questione tecnica che poco interessa al trader.

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Come effettuare il passaggio di regime fiscale con IG Markets

Nel precedente paragrafo abbiamo messo in evidenza un punto fondamentale: il regime amministrato del broker IG Markets funziona dando l’esplicita adesione a questo modello in fase di apertura del conto. Senza esplicita adesione, il modello sarà quello dichiarativo.

E se un trader dopo mesi di dichiarativo intendesse passare a quello amministrato magari perchè si è reso conto che i suoi volumi sono più alti di prima o perchè semplicemente gli è già bastato interagire con il fisco italiano?

Anche in questo caso non ci sono problemi perchè il passaggio di regime fiscale con IG è molto semplice. E’ sufficiente inviare una comunicazione sottoscritta al broker che effettuerà il passaggio a partire dal primo gennaio dell’anno seguente a quello della richiesta. Fondamentale è che la richiesta arrivi entro e non oltre il 15 dicembre, altrimenti slitta tutto. Se l’operazione viene effettuata nei termini, IG, per il tramite della sua succursale italiana diventa sostituto di imposta e quindi il trader non dovrà più fare nulla.

E nel caso in cui invece il passaggio sia da altro broker? Anche in questo caso non ci problemi perchè i trader possono chiedere ad IG di procedere al carico di minusvalenze realizzate in regime amministrato semplicemente con una certificazione del broker precedente.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa.
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