scelta tra investimenti attivi e passivi
7 le differenze tra gli investimenti attivi e quelli passivi (www.risparmioggi.it)

Investimenti passivi o investimenti attivi è il bivio dinanzi al quale ogni risparmiatore si è trovato almeno una volta nella sua vita. Questo a voler essere buoni perchè, in realtà, ogni qual volta c’è in ballo la gestione del risparmio si è di fatto “costretti” ad effettuare una scelta tra le due forme di investimento. Essendo anche il sottoscritto attento alla gestione delle sua patrimonio, so perfettamente quello che si prova. Scommetto che da un lato hai la banca di cui sei sempre stato cliente che ti spinge verso gli investimenti attivi (quelli capaci di battere il mercato ti potrebbe aver detto il tuo consulente) e dall’altro il consiglio del solito amico che ti avrà invitato a lasciar perdere la banca e a fare da te preferendo gli investimenti passivi.

Domandona classica: chi ha ragione?

Risposta: tutti e nessuno perchè in realtà se vuoi ottenere una gestione efficiente dei tuoi risparmio, dovresti capire da solo se per te sono meglio gli investimenti attivi o quelli attivi.

Bellissime parole ma non puoi farlo se prima non hai ben messo a fuoco cosa sono gli investimenti attivi e cosa sono quelli passivi ma soprattutto (questo è quello che ti deve interessare di più) quali sono le differenze tra queste due diverse modalità di gestione del portafogli. Se impari a conoscere le differenze, potrai capire se ti conviene scegliere gli investimenti passivi o quelli attivi zittendo così le pressioni della banca ma anche i consigli dell’amico.

I soldi sono tuoi e solo tu devi scegliere.

Differenze tra investimenti attivi e investimenti passivi

Ce ne sono a bizzeffe perchè si tratta di due modalità di gestione dei risparmi agli antipodi tra di loro. Sono inconciliabili nel senso che un investimento o è attivo o è passivo tuttavia possono coesistere. In che modo avverrebbe questa sorta coabitazione? Assegnando quote e pesi diversi alle due tipologie. Gli investitori più esperti hanno una parte del portafoglio impegnata su investimenti passivi e un’altra su investimenti attivi. Le percentuali cambiano.

Dicevamo delle differenze. Ecco un bell’elenco non esaustivo:

  • la strategia che sta alla base dell’investimento
  • la gestione del portafoglio
  • i costi
  • gli obiettivi di performance
  • l’approccio al rischio
  • l’orizzonte temporale
  • le attese di rendimento

E anche altre differenze meno “impattanti” a partire dalla differenza del carico emotivo intrinseca nelle due diverse tipologie di investimento.

Lo avrai notato da solo ma tutto differisce tra investimenti passivi e investimenti attivi. Forse il solo aspetto in comune è la presenza del tuo capitale (e non è una battuta).

Starai già immaginando cosa farà nei prossimi paragrafi. Ovviamente esaminare tutte queste differenze.

1 – Differente strategia di investimento

La strategia degli investimenti attivi è agli antipodi rispetto a quella degli investimenti passivi nel senso che l’una con l’altra non centra proprio niente e questo lo si vede già dalle premesse.

La strategia di investimento attivo punta a sovraperformare un certo indice o benchmark adottando decisioni che sono frutto di un lungo processo di analisi e studio del mercato o del settore di riferimento. Negli investimenti attivi vengono valutate le prospettive del singolo asset con l’obiettivo di definire un faire value. L’investitore che opera in modo attivo è quotidianamente in azione poichè il suo obiettivo è scovare titoli a sconto che hanno potenziale di crescita. La strategia di investimento attivo punta inoltre a trarre il massimo vantaggio dalle tendenze in atto sul mercato e dallo sfruttamento delle notizie price sensitive che sono in grado di impattare sui prezzi.

Non si tratta di operazioni facili ma anche se lo fossero (magari per gli investitori oramai con una certa esperienza) richiedono un impegno attivo non di poco conto perchè si tratta costantemente di provare a battere il mercato anticipando la sua direzione e agendo prima degli altri. Una strategia simile non è per tutti, anzi. L’errore che spesso viene fatto è quello di semplificare tutto pensando che sia semplice effettuare investimenti che battono il mercato.

Esempio classico di investimento attivo sono i fondi comuni di investimento che puntano a battere l’indice di riferimento (non c’è nessuna replica).

Nella strategia di investimento passivo, invece, l’obiettivo è semplicemente quello di replicare la performance di un certo indice di mercato o di un benchmark specifico. Non c’è alcun tentativo di battere il mercato. Leggendo questa affermazione potresti pensare che investire senza l’obiettivo di fare meglio del mercato sia un suicidio perchè non c’è potenziale di profitto.

In realtà le cose stanno in modo molto diverso. La strategia di investimento passivo si basa sull’assunto per cui, nel lungo termine, gli indici tendono sempre a performare positivamente. I grafici sull’andamento delle borse mondiali impostati su frame temporali lunghi confermano questa tendenza. Sul lungo periodo il mercato riesce ad essere efficiente crescendo sempre. Certo ci possono essere anni in ribasso ma, investendo in un’ottica di lungo termine, gli anni in rialzo compenseranno quelli in ribasso determinando un profitto.

Abbracciando questa tesi, non è necessario alcun impegno attivo per battere il mercato e quindi niente analisi complesse, niente studio elaborati sulle previsioni, niente caccia quotidiana agli asset a sconto, niente spasmodica consultazione delle news… addirittura niente verifica quotidiana sull’andamento del proprio investimento (e neppure settimanale).

Esempio classico di investimento passivo sono gli ETF. Ogni Exchange-Traded Funds segue pari pari l’andamento di un certo indice (lo replica).

Negli ultimi anni le strategie di investimento passive hanno ulteriormente rafforzato questa loro caratteristica grazie ai piani di accumulo di capitale in ETF che consentono di investire periodicamente piccole somme su un portafoglio ETF personalizzato in base a quelli che sono i propri obiettivi e il proprio livello di rischi.

Il PAC su ETF è ad oggi la più avanzata strategia di investimento passivo di lungo termine. Ad esempio i PAC di XTB consentono di accumulare capitale anche in ottica pensione proprio a dimostrazione della resilienza di questa modalità di investimento passivo.

2 – Differente gestione del portafoglio

La differente strategia di investimento attiva VS passiva, implica una diversa gestione del portafoglio tra investimenti attivi e investimenti passivi.

Essendo l’obiettivo quello di battere l’indice o il benchmark di riferimento, l’investimento attivo presenta una gestione del portafoglio molto pratica e caratterizzata da una continua ricerca di titoli da sovrappensare a discapito di altri titoli il cui peso viene per forza di cose ridotto. Ricerca significa monitoraggio del mercato, previsioni macroeconomiche e analisi dei fondamentali delle aziende. Se operi in prima persona sul mercato sarai tu a dover decidere quali titoli comprare e quali vendere per gestire al meglio il tuo portafoglio. Se invece l’investimento attivo è attraverso i fondi comuni, allora sarà il gestore a prendere decisioni sulla distribuzione dei pesi in portafoglio. Tutti i titoli che sono comprati a venduti dal gestore fanno parte di uno o più indici a seconda della settore di riferimento e dell’area geografica della società.

Lo stile dell’investimento passivo, invece, è molto meno dinamico. Essendo l’orizzonte temporale lungo, la selezione frequente dei titoli è del tutto inutile anzi sarebbe controproducente. Un portafoglio di investimento passivo richiede una gestione molto meno complessa perchè basato sulla replica di indici di riferimento specifici. Dal tuo punto di vista, quindi, gli aggiustamenti che dovrai effettuare implicano minimi cambi e comunque ogni compravendita sarà sempre basata su analisi di lungo termine.

Risultato (non di poco conto) è che dovrai aggiustare il tuo portafoglio passivo solo poche volte nel corso del tempo. Dal punto di vista dell’ETF, invece, esso comprerà tutti i titoli che formano un indice azionario rispecchiando il peso che questi stessi titoli hanno nell’indice. L’ETF garantirà la corrispondenza tra pesi mediante interventi di ribilanciamento nel momento in cui essi fossero necessari.

🔍Lo sapevi che grazie ai PAC in ETF di XTB puoi semplificare al massimo la gestione del portafoglio di investimento? In pratica dopo aver scelto i migliori ETF da inserire nel PAC, il sistema assegnerà il tuo capitale in modo automatico a seconda del tua strategia di allocazione. Successivamente sempre il sistema ti segnalerà quando è necessario procedere ad un ribilanciamento (maggiori informazioni sul sito ufficiale).

3 – Un abisso tra costi dell’investimento attivo e costi di quello passivo

Ogni investimento ha un costo, investimenti gratuiti non né esistono.

Premesso questo, a te deve interessare una sola cosa: risparmiare quanto più possibile sui costi perchè essi erodono il tuo profitto.

Nell’investimento attivo i costi sono più elevati a causa delle commissioni di gestione, visto che i gestori devono fare ricerche, analisi e prendere decisioni strategiche frequenti. Tra l’altro ci possono essere anche costi di transazione legati alla frequente compravendita di titoli. E se volessi fare a meno dei fondi attivi e investire attivamente in modo diretto comprando e vendendo le azioni del tuo portafoglio? Potrebbe essere anche peggio visto che nel migliore dei casi avresti bisogno di una piattaforma di analisi e stock screening che ha un costo (ad esempio Market Screener).

Nell’investimento passivo, invece, i costi sono generalmente più bassi, poiché non è richiesta una gestione intensiva e il turnover del portafoglio è molto ridotto essendo tutto proiettato sul lungo termine. Le commissioni di gestione degli ETF, poi, sono notoriamente più basse rispetto a quelle dei fondi attivi. Addirittura ci sono piattaforme che propongono una vasta selezione di ETF senza commissioni (ad esempio XTB fino a 100.000€ di volume mensile complessivo). Da ciò ne consegue che puoi anche investire in PAC a zero commissioni adottando alcuni accorgimenti.

4 – Obiettivi di performance diverse tra investimenti attivi e passivi

Ogni volta che investi fissi un obiettivo ossia ti poni un certo scopo. Negli investimenti passivi, l’obiettivo è semplicemente seguire la performance del mercato. Decidendo di comprare ETF non ti poni nell’ottica di dover battere il mercato. Il tuo obiettivo è semplicemente quello di generare, nel corso del tempo, rendimenti che sono in linea con quelli del mercato.

Negli investimenti attivi, invece, il tuo obiettivo di performance è quello di ottenere un rendimento superiore rispetto al benchmark. Potrai riuscirci ma dovrai comunque farti carico di un rischio ben più alto rispetto a quello degli investimenti passivi e questo discorso vale sia nel caso in cui sei tu a modellare il tuo portafoglio comprando e vendendo asset che nel se a farlo è il gestore con un fondo attivo. Te la faccio molto breve: c’è una buona probabilità che sei te direttamente che il gestore possiate ottenere performance peggiori rispetto a quelle dell’indice di riferimento e tale rischio aumenta soprattutto nel lungo termine (dove avrai oramai capito che gli investimenti passivi sono imbattibili).

5 – Cambia anche l’approccio al rischio tra investimenti attivi e passivi

In parte la risposta a cosa più è rischioso tra un investimento attivo e uno passivo ti è stata data già nel precedente paragrafo.

Poichè però mi piace essere chiaro ti ribadisco il concetto: il solo rischio dell’investimento attivo è che il mercato stesso possa sottoperformare. Il profilo di rischio degli investimenti attivi è quindi quello generale. Per farla breve se gli indici della borsa Usa hanno chiuso un certo anno in calo, allora anche gli ETF esposti a questi paniere avranno chiuso con un passivo.

Con gli investimenti attivi, il livello di rischio associato sale perchè non c’è solo quello generale di mercato. Se il fondo attivo non batte il benchmark allora le perdite sono garantite. Il rischio aggiuntivo negli investimenti attivi è legato alla competenza del gestore e alla sua capacità di prendere decisioni accurate. Se stai investendo attivamente da solo (ad esempio con un portafoglio azionario di tua composizione) è legato alle tue di competenze.

6 – Orizzonte temporale diverso tra i due tipi di investimento

investimenti a breve e lungo termine
Gli investimenti passivi rendono bene sul lungo termine (www.risparmioggi.it)

A scorrere nella lista delle differenze tra investimenti attivi e investimenti passivi, il punto numero 6 è occupato dal differente orizzonte temporale.

Grazie ai punti toccati in precedenza, avrai capito che l’investimento passivo è visto come una strategia a lungo termine. Presupposto di tutto è l’idea che nel lungo termine il mercato tenda sempre a crescere. Te la faccio molto breve e chiara: se l’approccio passivo può essere redditizio in un orizzonte temporale esteso, allora NON investirai in ETF sapendo di dover chiudere la tua posizione nel giro di poche settimane. Lo farai se puoi reggere la posizione per un lungo periodo. Questo concetto è ancora più evidente con i piani di accumulo in ETF che per definizione guardano al lungo termine. Forse non lo sai ma oramai in ottica pensionamento i PAC su ETF sono preferiti addirittura ai fondi pensione classici. Un motivo ci sarà!

Gli investimenti attivi possono invece essere usati sia per sia per strategie di breve (e brevissimo) termine che per quelle di lungo termine. Trattandosi però di investimenti dinamici, nel breve termine fanno i conti con una volatilità molto alta mentre sul lungo periodo è la storia a dire che non riescono a battere il mercato.

7 – Attese di rendimento diverse

E per finire ecco forse la differenza tra investimenti attivi e investimenti passivi che più ti può interessare: le diverse aspettative di rendimento.

Nel caso degli investimenti passivi, il rendimento è tutto legato alla performance del mercato e non è influenzato dalle decisioni da trading che caratterizzano gli investimenti attivi. Anche su questo punto te la faccio molto chiara: negli anni in cui il mercato cresce, il rendimento del tuo investimento aumenta mentre negli anni in cui il mercato cala anche il rendimento va in rosso. Nel lungo termine i mercati tendono sempre a performare bene ed ecco perchè gli investimenti passivi sono fatti su misura per il lungo periodo.

Più complessa la valutazione se l’investimento è invece attivo perchè è vero che puoi avere un rendimento maggiore se il tuo portafoglio o il fondo attivo che hai sottoscritto battono il mercato ma per riuscirci serve una grande capacità di analisi e valutazione da parte tua o del gestore. Sul lungo termine non è solo questione di competenze perchè lo storico dice che i fondi attivi non riescono a battere il mercato. Quindi con gli investimenti passivi puoi attenderti rendimenti alti sul breve periodo (ma anche il rischio di perdite è alto) mentre sul lungo termine le attese di rendimento sono molto basse.

Cosa scegliere tra investimenti attivi e passivi?

Cosa sceglierai tra investimenti attivi e investimenti passivi dipenderà unicamente dalla tua situazione. Lo stile nella gestione del portafoglio dovrà essere sempre legato a quelli che sono i tuoi obiettivi finanziari. Se te la senti di scegliere personalmente la composizione del tuo portafoglio puoi optare per gli investimenti passivi. Attenzione però perchè dovrai mettere in conto che essi richiedono molto tempo e tanta analisi. Dovrai essere sempre informato sull’andamento del mercato ed essere pronto a capire quando serve una riallocazione del tuo portafoglio. Certo ci sono i fondi attivi dove è il gestore ad occuparsi di tutto ma, come avrai capito, essi costano e neppure poco.

Gli investimenti passivi, invece, non ti richiederanno un grande impegno sia in termini temporali e sia in termini di fatica. Un portafoglio passivo replica semplicemente l’indice e non doverlo battere è un grande vantaggio! In più ci sono i costi più contenuti e anche la possibilità di inserire nel piano ETF senza commissioni (mentre i fondi attivi le commissioni le hanno sempre).

Come detto in precedenza nulla toglie di affiancare le due strategie di investimento rendendole complementari le une alle altre. Tuttavia per poter investire in questo modo è necessario un livello di preparazione molto alto. Meglio quindi partire dalle basi, optando per la gestione passiva o attiva e solo dopo pensare a strategie più strutturate.

Risorse specifiche sui Piani di Accumulo:

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