La situazione economica attuale impone ai risparmiatori e agli investitori di effettuare scelte sempre più oculate, tentando di ridurre al minimo il margine di rischio che è inevitabilmente presente in ogni tipo di investimento. Una buona soluzione che coniuga sicurezza e stabilità è rappresentata dagli investimenti postali. Questi sono ormai un punto di riferimento nel panorama finanziario, in quanto sono più sicuri e più stabili di quelli bancari. Vediamo di seguito una carrellata dei più comuni ed utilizzati investimenti postali, utile ad orientarti verso una possibile scelta.
Indice
I migliori investimenti postali
Poste Italiane mette a disposizione svariati prodotti di investimento a basso rischio, che offrono interessi più limitati rispetto a un investimento bancario ma garantiscono più stabilità e permettono all’investitore di non correre rischi particolari. I più convenienti e sicuri da questo punto di vista sono i libretti di risparmio postale, i buoni fruttiferi postali e le obbligazioni postali.
Questi sono sicuramente tra i migliori investimenti postali che un risparmiatore può effettuare rivolgendosi a Poste Italiane, vediamoli un po’ più in dettaglio e vediamo come si distinguono anche in base al termine.
Investimenti postali a lungo termine
I buoni fruttiferi postali rappresentano i più richiesti dagli italiani e permettono di richiedere la restituzione dell’intera somma depositata più gli interessi maturati. Fanno parte dei cosiddetti investimenti postali a lungo termine in quanto garantiscono al risparmiatore di accrescere il proprio capitale depositato nel corso degli anni. Sono gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti e sono sottoposti a tutela da parte dello Stato.
Si distinguono in buoni fruttiferi ordinari e buoni fruttiferi per i minori: quelli ordinari, indicati per chi vuole gestire a lungo termine i propri risparmi, propongono un rendimento a tasso fisso crescente e permettono il rimborso anticipato del capitale; quelli per i minori sono pensati per i giovani e possono essere intestati a persone che vanno dai 6 ai 16 anni e 6 mesi, con lo scopo di permettere ai propri figli di disporre di una somma di denaro una volta compiuta la maggiore età. Vi sono poi altre tipologie di buoni fruttiferi, che riguardano investimenti a breve o medio termine: si tratta dei buoni fruttiferi 3×2, dei Bfp 3×4 e dei Buoni 4×4.
Un altro strumento a lungo termine pensato per i risparmiatori più oculati è il libretto di risparmio postale, più simile a un conto corrente classico e che permette all’investitore di gestire la propria somma di denaro allo sportello. È possibile anche abbinare una carta libretto postale per prelevare e versare direttamente agli sportelli, allo stesso modo del bancomat.
LEGGI ANCHE – Buoni postali o conto deposito: cosa conviene di più
Investimenti postali a breve termine
Gli investimenti a breve termine al giorno d’oggi non sono molto convenienti, perché solitamente prevedono un tasso d’interesse non superiore all’1,5%. D’altronde nessun intermediario è disposto a pagare interessi più alti su una somma di denaro che rimarrà per poco tempo a disposizione. Tra questi investimenti si distinguono, grazie alla loro modalità particolare, le obbligazioni.
Le obbligazioni postali sono uno strumento di investimento attraverso il quale il risparmiatore concede un prestito all’emittente, che è un soggetto terzo diverso da Poste, il quale si impegna poi a versarlo a fine prestito con l’aggiunta degli interessi previsti. Hanno una durata limitata e prevedono un rendimento che può essere a tasso fisso o crescente, a seconda della durata e dell’importo.
Imposta di bollo su investimenti e buoni postali
Gli investimenti postali sono soggetti all’applicazione di un’imposta di bollo, variabile a seconda dello strumento scelto.
Sul libretto postale l’imposta di bollo si paga sulla giacenza media complessiva: se questa supera i 5000 euro, l’imposta è di 34,20 euro. Non viene applicata in caso di giacenze inferiori a questa soglia. Occorre dire che in caso di intestatario diverso da persona fisica viene applicata un’imposta fissa di 100 euro.
Per quel che concerne i buoni fruttiferi postali, l’imposta si applica su ogni titolo con un minimo di 2 euro per titolo. Sono esenti dall’imposta i buoni il cui valore di rimborso non superi i 5000 euro, per quelli che superano questa soglia l’imposta si calcola sul 2 per mille annuo del valore nominale del titolo.
Abbiamo visto dunque i migliori investimenti postali possibili per un risparmiatore, i rischi sono sempre bassi e anche se la redditività non è elevatissima se paragonata ad altri tipi di investimenti rappresentano comunque uno strumento valido e affidabile per gestire i propri risparmi.