L’IPO di Douglas, il noto rivenditore tedesco che è presente anche in Italia, è un’ipotesi sul tavolo ma le tempistiche lunghe per l’attuazione dell’operazione (si parla di quotazione nel 2024) lasciano intendere che, alla fine, tutto dipenderà dalle condizioni di mercato.
Eppure, nonostante questo limite, sono bastate solo poche indiscrezioni sull’IPO di Douglas a rendere euforico un mercato come quello delle Offerte Iniziali di Acquisto che stenta a ripartire tanto a livello europeo quanto a livello mondiale.
L’euforia che si è respirata tra chi fa trading sulle IPO, ha una spiegazione molto semplice. Sicuramente deriva dalla notorietà del brand ma il vero motivo alla base del forte interesse del mercato verso l’ipotesi IPO Douglas è da cercare nella valutazione ipotizzata.
IPO Douglas: solo con valutazione di 7 miliardi?
Quando parliamo di IPO la questione valutazione è centrale. Anche nei mesi scorsi un bel pò di operazioni che erano state annunciate, alla fine sono state congelate perchè le valutazioni ipotizzate non non erano in linea con gli obiettivi delle società proponenti.
Venendo all’IPo Douglas, il proprietario, la società di private equity CVC Capital Partners, non sembra essere disposta a scendere sotto ad un target di valutazione di 7 miliardi di euro. Questo è il valore ricercato ed è ovvio che se la CVC si renderà conto di poter strappare una valutazione simile, allora si procederà con l’IPO ma se appunto non ci dovessero essere le condizioni, allora tutto sarebbe bloccato.
Insomma l’incertezza regna sovrana e tutti gli esiti sono possibili. Probabilmente il fatto che l’operazione, se dovesse andare in porto, non ci sarà comunque prima del 2024, rispecchia questa situazione.
IPO Douglas: sarà questa la volta buona?
Il dossier IPO Douglas, in realtà, non è nuovo. Già in passato la società tedesca di profumi, rischiò di essere quotata in borsa. Tutto avvenne nel 2015 quando la famiglia proprietaria della storica azienda, i Kreke, e Advent International decisero di mettere sul mercato Douglas. A farsi avanti, evitando così l’ipotesi IPO, fu proprio la CVC Capital Partners che mise sul piatto 2,8 miliardi di euro, assumendo il controllo di Douglas.
Aspetto curioso della vicenda è il fatto che l’IPO era stata annunciata appena pochi giorni prima dell’accordo di cessione tra gli allora azionisti di controllo e la CVC. Ovviamente l’operazione finalizzata alla quotazione in borsa venne annullata.
E’ dal 2015, quindi, che la società è sotto il controllo di CVC. E ora sono proprio i nuovi proprietari a sondare il terreno per lo sbarco sul listino della borsa di Francoforte. Senza fretta e con estrema attenzione alle condizioni di mercato.
Le guide operative >>> Comprare azioni al prezzo IPO conviene? Vantaggi e svantaggi di investire
IPO Douglas: come sappiamo fino ad oggi
Fondamentalmente oltre all’ipotizzata quotazione sotto la quale CVC non sembra intenzionata a scendere (i famosi 7 miliardi), si sa ben poco del dossier Douglas. Si sa, ad esempio, che colloqui sono in corso con il consulente indipendente Rothschild & Co. e che tali confronti hanno ad oggetto proprio la possibilità di quotazione. Ovviamente la borsa di riferimento sarebbe quella di Francoforte. Altro non si sa. E allora bisogna accontentarsi di alcuni numeri di Douglas come i ricavi pari a 3,7 miliardi dell’ultimo esercizio o gli oltre 1.800 negozi in tutta Europa e le oltre 35.000 referenze presenti sugli scaffali. Numeri interessanti che però passano in secondo piano rispetto a quello che sarà il vero fattore che farà la differenza: le condizioni di mercato.
Per inciso se l’IPO di Douglas ci dovesse essere e se la valutazione dovesse essere di 7 miliardi, essa potrebbe diventare la più grande in Europa negli due anni (2023 e 2024) visto che ad oggi tra le offerte che hanno avuto più successo ci sono l’IPO Hidroelectrica e l’IPO Nucera, entrambe con una raccolta di 1,8 miliardi di euro. Non è facile.