ETF e dazi Usa
Il 2 aprile entrano in vigore i dazi Usa: è il Liberation o Freedom Day (www.risparmioggi.it)

Negli Stati Uniti il prossimo 2 aprile 2025 si celebrerà il giorno della libertà (Freedom Day) altresì chiamato, secondo altre fonti, il giorno della liberazione (Liberation Day). Non si tratta di una nuova festività americana e neppure di un pesce d’aprile (vista la vicinanza con il primo del mese) ma di una ricorrenza propagandistica annunciata dal Presidente Trump. In pratica il 2 aprile altro non sarà che la data che segnerà l’effettiva implementazione delle nuove politiche tariffarie promosse della Casa Bianca. Tra meno di, quindi, scatteranno i dazi Usa e per questo motivo, soprattutto in Europa, il 2 aprile piuttosto che essere considerato il Liberation Day viene definito, molto più concretamente, come il Giorno dei Dazi.

Nessuno ha la sfera di cristallo ma per quel giorno c’è da scommettere sul fatto che non tutti gli ETF reagiranno allo stesso modo. In particolare i fondi più legati ai settori industriali americani potrebbero trarre beneficio dall’introduzione delle barriere all’importazione. Questi ETF potrebbero quindi registrare un’impennata, poiché i dazi Usa andranno a rimodellare i flussi commerciali globali.

Cosa possono fare gli investitori specializzati nel cavalcare i trend di mercato? Un’idea potrebbe essere quella di posizionarsi su quegli ETF che sono più allineati alla visione protezionista di Trump e che di conseguenza sono pronti a cavalcare al massimo l’imminente Liberation Day o Freedom Day del 2 aprile prossimo.

2 ETF da tenere d’occhio in attesa del Liberation Day di Trump

Non ci sono tanti ETF che presentano caratteristiche tali da essere favoriti in vista del lancio dei dazi americani. La selezione è quindi decisamente semplificata. iShares Russell 2000 ETF e Financial Select Sector SPDR Fund sono tra i pochi fondi pronti a trarre vantaggio dalle tariffe di Trump. Oseremo dire alla grande!

Vediamo allora nel dettaglio.

ETF iShares Russell 2000 (IWM)

L’ETF traccia l’indice Russell 2000 che, a sua volta, ingloba le piccole aziende statunitensi, molte delle quali operano a livello nazionale senza esposizione all’estero. Il ragionamento è semplice: i dazi americani hanno come obiettivo favorire la produzione domestica e quindi tutte queste piccole aziende Usa replicate, con vari pesi, nel Rusell 2000 potrebbero trarre vantaggio dalle politiche tariffarie di Trump.

Se i consumatori si orienteranno maggiormente verso prodotti “Made in USA“, i titoli a bassa capitalizzazione potrebbero crescere.

Nel 2024, i titoli a piccola capitalizzazione hanno sottoperformato rispetto ai grandi, con il Russell 2000 in rialzo solo dell’8%, contro il 20% dell’S&P 500. In questo contesto il Freedom Day di Trump potrebbe invertire questa tendenza.

Tra i titoli più rappresentativi dell’indice ci sono Carpenter Technology (CRS) e la società produttrice di macchinari Titan Machinery (TITN). A seguito del Liberation Day queste due aziende potrebbero vedere un aumento della domanda a causa della maggiore competitività dei beni prodotti negli USA. Il ragionamento è del tutto teorico ma i precedenti storici sono molto incoraggianti: all’epoca della prima presidenza Trump, i dazi allora introdotti spinsero al rialzo del 10% i titoli a bassa capitalizzazione. Un ETF come l’iShares Russell 2000 che è imbottito di società a piccola market ne trarrebbe grande vantaggio.

Fermo restando che le guerre commerciali aumentano i rischi economici a partire dall’inflazione, il fatto che l’ETF iShares Russell 2000 sia focalizzato sul Russell 2000 offre un cuscinetto protettivo. Attualmente le valutazioni di questo ETF sono ragionevoli e quindi, teoricamente, ci sono le carte in regola per cavalcare il Freedom Day del 2 aprile prossimo.

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ETF Financial Select Sector SPDR Fund (XLF)

Il Liberation Day di Trump potrebbe rendere il Financial Select Sector SPDR Fund (XLF) un’opzione di investimento interessante. Questo ETF segue il settore finanziario dell’S&P 500, comprendendo banche, assicuratori e gestori di asset, che potrebbero trarre vantaggio dalle politiche protezionistiche di Trump.

Come accettano nel precedente paragrafo, obiettivo della nuova politica commerciale americana è incentivare la manifattura statunitense e stimolare gli investimenti interni, aumentando la domanda di prestiti. Chi trarrebbe vantaggio da tutto questo? Ovviamente le banche.

Nel 2024, le banche regionali che fanno parte del paniere come KeyCorp hanno registrato una crescita stagnante dei prestiti del 3%, ma un’inversione di tendenza legata alle nuove tariffe potrebbe cambiare il quadro. Le grandi banche d’affari come JP Morgan Chase (attuale seconda maggiore partecipazione dell’ETF XLF) hanno registrato un calo dei prestiti alle imprese da 1,1 miliardi di dollari a 1 miliardo di dollari.

In più va considerato che i tassi di interesse più elevati, spesso associati all’inflazione indotta dai dazi, tendono a favorire sempre il settore finanziario. Il rendimento del Treasury a 10 anni ha raggiunto il 4,3% a fine 2024 e ulteriori aumenti potrebbero ampliare i margini di interesse netto per le banche. Ma anche le assicurazioni potrebbero beneficiare dell’aumento dei premi. La Berkshire Hathaway, principale partecipazione dell’ETF con quasi il 14% del totale, ha le mani in pasta in tantissime compagnie assicurative come GEICO, National Indemnity e General RE.

A rendere interessante l’ETF Financial Select Sector SPDR Fund è poi la questione prezzi. Nel 2023 il valore è salito del 13%, molto bene verrebbe da dire ma si tratta di una prestazione decisamente più bassa rispetto al 20% dell’S&P 500. Morale l’ETF Financial Select Sector SPDR Fund è a sconto se rapportato al benchmark. Ciò significa che se i dazi di Trump dovessero andare nella direzione desiderata, allora l’ETF XLF sarebbe pronto a trarne vantaggio anche grazie ai prezzi bassi. In tal caso per questo ETF il 2 aprile sarebbe davvero il giorno della liberazione dalla sua sotto-performance.

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