Dopo essere rimasto nell’ombra per anni, il settore infrastrutture è improvvisamente diventato uno dei più dinamici perlomeno sui mercati europei. Sia le azioni del settore infrastrutture che gli ETF che replicano indici legati a questo comporto hanno registrato significativi movimenti rialzisti con numerosi investitori che hanno iniziato ad inserire entrambi gli asset nel loro portafoglio riducendo la quota focalizzata su quei comparti, come il tech, che, dopo essere cresciuti tanto, sono ora in fase di ritracciamento.
Le prospettive del settore infrastrutture per il medio e lungo termine sono positive e quindi l’attuale appeal degli ETF focalizzati su questo comparto non è da intendersi come meramente speculativo. Di certo degli ETF infrastrutture sentiremo parlare tanto nei prossimi mesi e anni. Soprattutto in Europa. Ciò, ovviamente, non è un caso ma è frutto di un cambio radicale di prospettiva e contesto economico.
❓ Tematica | ETF Infrastrutture |
🛠Strumenti principali | Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF 1C 1 iShares Global Infrastructure UCITS ETF USD (Dist) iShares Emerging Market Infrastructure UCITS ETF Amundi Global Infrastructure UCITS ETF |
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In questa guida passeremo in rassegna i migliori ETF infrastrutture 2025 tra quelli disponibili in Europa (denominazione UCITS). Spiegheremo le loro caratteristiche e le rispettive potenzialità insistendo su quelli che, dal nostro punto di vista, sono gli elementi più importanti da considerare al momento della scelta ossia i costi (TER), l’ampiezza (ovvero liquidità) e la diversificazione.
Indice
Perchè investire sugli ETF infrastrutture nel 2025
Fino alle elezioni tedesche che hanno portato all’affermazione della CDU-CSU, gli ETF infrastrutture non erano di certo la tipologia di fondi a gestione passiva con più alto appeal.
Per anni settore di caccia quasi di nicchia, gli ETF infrastrutture sono sempre stati al massimo uno strumento di diversificazione di portafogli di investimento comunque focalizzati su ben altri comparti. Con la nascita del governo Merz le prospettive sono del tutto cambiate. La Germania, per decenni attenta solo ai conti pubblici e al debito, ha annunciato il lancio di un piano infrastrutture come non si vedeva da decenni. Una necessità anche fisiologica quella tedesca visto lo stato di grave crisi in cui versa la propria industria e i margini di crescita molto risicati del suo PIL.
Il piano infrastrutturale tedesco avrà un ammontare pari a 800 miliardi di euro e sarà diluito in maniera progressiva da qui al 2030.
Con l’annuncio di Berlino, tutti i titoli europei del settore infrastrutture hanno registrato un significativo balzo che si poi progressivamente consolidato. Lo stesso dicasi per gli ETF che, rispetto alle singole quotate, hanno il vantaggio di contenere il rischio.
Per rispondere alla domanda iniziale su perchè investire in ETF infrastrutture nel 2025, possiamo citare queste tre motivazioni:
- Prospettive di forte domanda di investimenti infrastrutturali in Germania, in Europa e in Usa: al di là del caso tedesco che è il più emblematico, sono i governi di tutto il mondo ad essere pronti a varare forti aumenti della spesa per infrastrutture, con piani di ammodernamento in settori come trasporti, energia, telecomunicazioni e acqua.
- Supporto dal taglio dei tassi di interesse: se le banche centrali continueranno a ridurre i tassi d’interesse nel 2025, le infrastrutture potrebbero beneficiarne, poiché i finanziamenti ai progetti diventano meno costosi. E quale è la banca centrale che sta tagliando di più in questa fase? Ovviamente l’europea BCE
- Generazione di flussi di cassa stabili: grazie a contratti di lungo termine e tariffe regolamentate (come pedaggi, bollette e canoni) le grandi infrastrutture generano ricavi stabili per i gestori. Essendo i guadagni indicizzati all’inflazione, essi sono comunque protetti rispetto all’erosione del potere d’acquisto.
Accanto a questi tre motivi specifici che pongono in posizione avvantaggiata soprattutto il settore infrastrutture europeo (ma ciò non significa che anche quello americano non sia destinato ad una fase di grande visibilità), c’è poi anche una questione ben più pratica: i migliori ETF infrastrutture offrono spesso dividendi interessanti e ciò li rende molto attraenti per chi cerca reddito passivo.
A caccia di flussi di reddito? Dai un occhio qui ➡ Migliori ETF alto dividendo 2025: lista e funzionamento
Quali sono i migliori ETF infrastrutture 2025: 4 fondi sotto esame
In borsa sono disponibili tantissimi ETF infrastrutture. La scelta non è quindi semplice. Discriminanti assolutamente da considerare sono i costi espressi nel TER e l’ampiezza. Anche i benchmark replicati hanno la loro importanza. Tra i più importanti indici del settore ci sono l’S&P Global Infrastructure Index e il Dow Jones Brookfield Global Infrastructure Index.
Sulla base di questi elementi, ecco la lista dei migliori ETF infrastrutture 2025:
- Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF 1C 1 (ticker XSGI)
- iShares Global Infrastructure UCITS ETF USD (Dist) (ticker INFR)
- iShares Emerging Market Infrastructure UCITS ETF (ticker IUS8)
- Amundi Global Infrastructure UCITS ETF (ticker GINF)
Nei prossimi paragrafi analizzeremo uno per uno questi fondi.
✔ La lista dei migliori ETF infrastrutture viene aggiornata ogni trimestre (ultimo aggiornamento 23 marzo 2025).
Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF 1C 1 (ticker XSGI)
L’Xtrackers S&P Global Infrastructure Swap UCITS ETF 1C (ticker: XSGI) è un ETF che mira a replicare la performance dell’indice S&P Global Infrastructure. Questo indice benchmark rappresenta 75 società globali operanti nei settori delle infrastrutture, tra cui servizi pubblici, trasporti ed energia. L’ETF utilizza una replica sintetica tramite contratti swap per tracciare l’indice di riferimento.
Caratteristiche principali dell’ETF:
- Data di lancio: 15 gennaio 2008
- Valuta di denominazione: Dollaro Statunitense (USD)
- Politica dei dividendi: I proventi sono reinvestiti (accumulazione)
- Costi: Le spese correnti sono pari allo 0,60%.
- Rendimento ultimo anno: +20%
L’ETF XSGI offre un’esposizione diversificata a livello geografico e settoriale. A livello geografico è esposto principalmente verso aziende degli Stati Uniti (circa 87%), seguite dalla zona euro (circa 9%) mentre a livello settoriale circa il 74% del portafoglio è investito in aziende dei settori industriale e delle utility. Questa focalizzazione contribuisce a dare una certa costanza all’andamento dei rendimenti
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iShares Global Infrastructure UCITS ETF USD (Dist) (ticker INFR)
L’iShares Global Infrastructure UCITS ETF USD (Dist) (ticker: INFR) mira a replicare la performance di un indice composto da società internazionali del settore delle infrastrutture sia nei paesi sviluppati che in quelli emergenti. L’ETF segue l’andamento dell’indice FTSE Global Core Infrastructure, che traccia le principali società infrastrutturali a livello globale.
In quotazione dall’ottobre 2006 è uno degli ETF infrastrutture più liquidi al mondo forte di un patrimonio gestito di circa 1.501 milioni di euro. L’ETF replica fisicamente l’indice sottostante, acquistando tutti i titoli che lo compongono, e distribuisce dividendi agli investitori su base trimestrale. Il domicilio è in Irlanda.
La composizione geografica del fondo vede una predominanza degli Stati Uniti (64,72%), seguiti da Canada (12,69%), mercati emergenti asiatici (4,94%), area euro (4,08%) e Giappone (3,61%). I principali settori rappresentati includono utility (54,64%), industriali (21,00%), energia (16,31%), immobiliare (6,91%) e servizi di comunicazione (0,93%).
Le principali partecipazioni del fondo comprendono:
- NextEra Energy Inc: 5,15%
- Union Pacific Corp: 5,12%
- American Tower Corp: 3,55%
- Southern Co: 3,48%
- Enbridge Inc: 3,39%
Caratteristiche principali dell’ETF:
- Data di lancio: 20 ottobre 2006
- Valuta di denominazione: Dollaro Statunitense (USD)
- Politica dei dividendi: I proventi sono distribuiti
- Costi: Le spese correnti sono pari allo 0,65%.
- Rendimento ultimo anno: +13%
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iShares Emerging Market Infrastructure UCITS ETF (ticker IUS8)
L’iShares Emerging Market Infrastructure UCITS ETF (ticker: IUS8) è un fondo negoziato in borsa che mira a replicare la performance dell’indice S&P Emerging Markets Infrastructure, offrendo esposizione a società del settore infrastrutturale nei mercati emergenti. Questo benchmark, a sua volta, comprende titoli infrastrutturali dei settori dei trasporti, dell’energia e dei servizi di pubblica utilità incorporati nei mercati emergenti o che derivano i loro ricavi dalle operazioni nei mercati emergenti.
La modalità di replica è completa nel senso che sono comprati tutti componenti dell’indice. I dividendi nell’ETF vengono distribuiti agli investitori ogni sei mesi. Rispetto agli altri ETF citati in precedenza, il iShares Emerging Market Infrastructure UCITS ETF è decisamente più piccolo e quindi meno liquido. Pur essendo stato lanciato nell’oramai lontano 2008, l’ETF ha appena 24 milioni di euro di asset in gestione.
Molto ben definita la distribuzione per settore gli industriali che pesano per il 39,79%, a seguire le utility con il 37,57% e quindi energia con il 22,64%. Viceversa la distribuzione geografica è molto più polarizzata con una netta prevalenza cinese (37,23% del totale) e a seguire Brasile (23,95), Messico (20,45%) e Thailandia (6,86%).
Le principali partecipazioni dell’ETF sono:
- Airports Of Thailand PLC: 9,52%
- Grupo Aeroportuario del Pacífico SAB de CV ADR: 9,36%
- SABESP: 6,18%
- ADNOC Drilling: 6,06%
- Grupo Aeroportuario del Sureste SAB de CV ADR: 5,93%
Caratteristiche principali dell’ETF:
- Data di lancio: 15 febbraio 2008
- Valuta di denominazione: Dollaro Statunitense (USD)
- Costi (TER): 0,74%
- Politica dei dividendi: distribuzione semestrale
- Rendimento ultimo anno: +0,38%
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Amundi Global Infrastructure UCITS ETF (ticker GINF)
Con l’ETF Amundi Global Infrastructure UCITS gli investitori possono ottenere, con una singola transazione, un’esposizione alle società infrastrutturali quotate a livello mondiale con gli utili più stabili. Il discriminante dell’ETF GINF rispetto agli altri citati in precedenza nella lista è proprio la maggiore stabilità. Il fondo replica la performance dell’indice Solactive Global Infrastructure Low Earnings Volatility formato da 99 società (alta diversificazione).
Lanciato nel 2017 ha un patrimonio gestito di 17 milioni di euro. Anche in questo caso, quindi, parliamo di un ETF piccolo rispetto ai fondi citati nella parte alta della lista. Non è questo l’unico punto debole dell’ETF. Il fatto che la politica di distribuzione sia ad accumulazione (non ci sono quindi dividendi) ne ridimensiona l’appeal. Tuttavia, quasi a compensazione, essendo la valuta di denominazione in Euro (in tutti gli altri ETF citati in precedenza era il Dollaro) non c’è il costo del cambio a pesare. In più il costo espresso dal TER è davvero bassissimo rispetto a fondi infrastrutture più blasonati (e liquidi).
A livello geografico la focalizzazione è sugli Usa che guidano con il 70%. A seguire ci sono la Svizzera con il 6,9% e il Canada con il 6,38%. La ripartizione settoriale è invece più equilibrata con il 29,8% sull’industriale, il 27% sui beni di pubblica utilità e il 17,5% sulle tecnologie dell’informazione.
Caratteristiche principali dell’ETF:
- Data di lancio: 10 maggio 2017
- Valuta di denominazione: Euro (EUR)
- Costi (TER): 0,55%
- Politica dei dividendi: accumulazione
- Rendimento ultimo anno: +7,6%
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🛑 Alcuni siti di informazione finanziaria, inseriscono anche il BNP Paribas Easy ECPI Global ESG Infrastructure UCITS nella lista dei migliori ETF infrastrutture. Forse lo sarà stato un tempo. Il fondo risulta essere stato liquidato o fuso. Di certo nel 2025 non è più disponibile per l’investimento.
Come investire in ETF infrastrutture
Per investire in ETF infrastrutture di soluzioni a disposizione dell’investitore retail ce ne sono più di una. Tutto dipende da quelli che sono gli obiettivi dell’investimento. Se l’orizzonte è di lungo termine (per la serie l’asset viene acquistato e poi lasciato in portafoglio per anni) allora è agli ETF reali che è bene guardare. Viceversa se l’intento è meramente speculativo e quindi l’orizzonte dell’operazione è il breve termine, decisamente più appropriati sono i CFD su ETF che non implicano il possesso del sottostante e consentono di operare sia al rialzo (long) che al ribasso. Per loro natura i CFD sono strumenti derivati a leva e ciò implica un ampliamento della posizione assunta a fronte di un livello di rischio più alto.
In linea di principio la soluzione migliore sarebbe scegliere quei broker che permettono di investire in ETF e al tempo stesso anche tradare CFD su ETF, tutto da una sola piattaforma e con un solo account. Non ce ne sono tantissimi. Tra i più popolari in Italia c’è XTB che oltre a consentire una completa operatività (asset reali e CFD) è anche molto competitivo visto che fino a 100.000€ di transato mensile gli ETF sono senza commissioni.
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ETF o azioni infrastrutture: dove è meglio investire?
Il segnale che fosse tornato l’appeal sul settore infrastrutture si è avuto a partire dal rally registrato dai titoli del settore in scia proprio all’annuncio del maxi piano di infrastrutture varato dal nuovo governo tedesco.
Prendiamo ad esempio il caso dell’italiana Buzzi che da inizio anno ha guadagnato il 43%. Il grafico 2025 del titolo indica chiaramente il momento in cui il titolo ha cambiato traiettoria: se prima dell’annuncio di Merz scambiavano in area 35€, successivamente si sono portate ad oltre 50€. La correlazione tra i due eventi è quindi palese. Lo stesso discorso fatto per l’italiana Buzzi vale per tutti gli altri titoli europei del comparto. Nel raffronto con gli andamenti delle società europee delle infrastrutture, gli ETF che investono su questo comparto escono inevitabilmente sconfitti. Intendiamoci il rendimento degli ETF infrastrutture ha subito uno scatto in avanti a seguito del ritrovato appeal del settore ma niente in confronto al rialzo delle singolo quotate.
Da ciò si deduce che, in un momento di grande visibilità per il settore, è meglio investire in azioni anzicchè in ETF infrastrutture?
Come sempre tutto è relativo. Se sei un investitore principiante o non vuoi dedicare troppo tempo agli investimenti è meglio un ETF per la sua diversificazione e semplicità. Viceversa se hai esperienza e vuoi massimizzare i rendimenti allora investire in singole azioni potrebbe essere più redditizio fermo restando c’è che un rischio maggiore.
E allora, forse, la migliore strategia è una soluzione intermedia investendo in un ETF per la base del portafoglio e scegliendo alcune azioni di aziende infrastrutturali con buoni fondamentali per migliorare il rendimento.
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo e non si può considerare in alcun modo un’indicazione operativa.
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