Il mondo della finanza assicura una serie di strumenti capaci di incrementare lo spessore economico di una realtà societaria. Quei contesti che non riescono ad emergere come vorrebbero si trovano, spesso, impelagati in meccanismi di dipendenza monetaria caratterizzati, talvolta, da tassi di interesse insostenibili per un’impresa che, magari, sta compiendo i suoi primi passi all’interno del proprio mercato di riferimento.
Quindi, può risultare estremamente utile e costruttiva una soluzione come quella dei mini bond, un’innovazione finanziaria tesa al reperimento di quella liquidità necessaria per investire in maniera concreta e delineare progetti vincenti sia nel breve che nel lungo periodo.
Indice
Mini Bond cosa sono
Entrando nel dettaglio della faccenda, si può dire che i mini bond sono una forma di finanziamento per le aziende non quotate in Borsa. Attraverso questi strumenti, le imprese possono ottenere dei fondi dagli investitori dando in cambio dei titoli di credito per premiare la lungimiranza di chi crede nelle loro potenzialità societarie.
Come per tutte le obbligazioni, i mini bond hanno un tasso di interesse che viene riconosciuto mediante l’erogazione di una cedola periodica, il cui scopo è valorizzare l’unione di intenti tra azienda e investitori affinché si possa giungere ad un obiettivo comune come l’affermazione economica di un determinato progetto.
Mini Bond emissione: chi può emetterli
Stando a quanto afferma il Decreto Destinazione Italia del 2013, i mini bond possono essere emessi da società non quotate che si differenziano, pertanto, dalle banche e dalle micro imprese. Inoltre, devono avere un fatturato superiore ai 2 milioni di euro ed un organico composto da almeno 10 dipendenti. Visto e considerato che questi strumenti supportano la crescita di un’azienda fornendole un’opportunità di finanziamento all’interno del mercato dei capitali, è opportuno che la realtà interessata abbia dei requisiti qualitativi estremamente eccellenti.
Performance ottime negli ultimi esercizi, programmi di sviluppo per gli anni a venire, capacità di autofinanziarsi o di non dipendere, totalmente, dal credito bancario sono solo alcuni dei punti forza che un’impresa deve possedere per raggiungere risultati concreti grazie ai mini bond. In più, sebbene l’azienda in questione non sia quotata n Borsa, deve comunque enfatizzare quelle che sono le best practice delle realtà che viaggiano a vele spiegate all’interno dell’universo della finanza come la governance interna e la comunicazione verso l’esterno. Peculiarità, queste, a dir poco indispensabili per definirsi un contesto al passo coi tempi.
Mini Bond PMI
Nel momento in cui sono stati concepiti i mini bond, si è subito pensato di apportare delle specifiche per quelle situazioni che condizionano enormemente l’andamento economico dell’Italia con tutti i pro e i contro del caso. In questo modo, i mini bond si rivolgono soprattutto alle PMI, le piccole e medie imprese italiane desiderose di dare una svolta concreta alla propria attività spingendosi, qualora ci siano i presupposti per farlo, anche verso i bacini di utenza al di fuori dei confini nazionali.
Queste obbligazioni per PMI devono avere un valore nominale complessivo inferiore ai 50 milioni di euro. In merito ai termini, alle condizioni, al tasso di interesse, alla durata e al rimborso del capitale, non sussistono particolari requisiti in grado di preferire una realtà societaria piuttosto che un’altra. Perciò, se si reputa di avere le carte in regola per cogliere questa grande opportunità finanziaria, allora corre farlo subito stuzzicando l’interesse di investitori qualificati pronti a dare quel valore aggiunto necessario al proprio spirito imprenditoriale.
Chi può comprare i Mini Bond
I mini bond possono essere sottoscritti – e quindi acquistati – dagli investitori istituzionali professionali e da altri soggetti che vantano particolari qualifiche. Perciò, banche, imprese di investimento, società di gestione ammortizzate, intermediari finanziari iscritti nell’elenco dall’articolo 107 del Testo Unico bancario, SICAV, SGR e banche abilitate ai servizi di investimento con una sede legale in un paese extracomunitario (purché autorizzate) rientrano tra le realtà con determinati requisiti di patrimonio ed una specifica esperienza professionale.
Inoltre, esiste anche una sorta di mercato secondario, collocato sul circuito ExtraMOT PRO, dove vengono scambiati i mini bond classici e quei mini bond emessi da società grandi ed affermate intenzionate ad approfittare di questo strumento grazie ai minori vincoli che regolamentano il tutto. Nello specifico, l’ExtraMOT PRO è un segmento professionale del mercato ExtraMOT dove possono essere quotati project bond, cambiali finanziarie, obbligazioni, strumenti finanziarie e, per l’appunto, mini bond. Un sistema di scambi incentrato su una piattaforma di negoziazione elettronica compatibile con tutte le transazioni finanziarie bancarie verso la Banca Centrale Europea.
Mini Bond costi: cosa prevede la normativa di Borsa Italiana
Per avere un quadro normativo di riferimento per ciò che riguarda l’operatività finanziaria dei mini bond, si può partire da un dettame generico legato all’articolo 2412 del Codice Civile. Il contenuto di questa norma disciplina, infatti, i limiti all’emissione di obbligazioni, mentre gli articoli 2410-2420 e il 2483 trattano, rispettivamente, l’emissione dei bond per le SPA e per le Srl. I merito ai costi, la spesa è stimabile tra l’1% e il 2,5% per l’emissione totale e l’eventuale quotazione, mentre il costo annuale oscilla tra i 5mila e i 15mila euro.
Riguardo, invece, alle normative specifiche dei mini bond, occorre riferirsi ai contenuti del Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83 – conosciuto anche come Decreto Sviluppo – e alle successive modifiche e integrazioni previste dal Decreto Legge 18 ottobre 2012 n. 179 (Decreto Sviluppo Bis), dal Decreto Legge. 23 dicembre 2013 n. 145 (piano Destinazione Italia) e dal Decreto Legge. 24 giugno 2014 n. 91 (Decreto Competitività).
A ciò, poi, si possono anche aggiungere le modifiche previste dalla Legge di Bilancio 2019, le quali hanno permesso alle piattaforme di equity crowdfunding riconosciute dalla Consob di collocare i mini bond verso determinati investitori professionali. La stessa Consob ha persino stilato un quaderno giuridico dal titolo Nuovi strumenti di politica industriale per lo sviluppo e la quotazione delle PMI in cui sono presenti proprio i mini bon e le loro peculiarità principali.
Mini Bond rendimenti e rischi
Uno degli aspetti maggiormente interessanti dei mini bond è il livello di rendimento rispetto alle emissioni di titoli di Stato e di big corporate bond, ovvero prestiti obbligazionari emessi da una società pubblica o privata per ricorrere al finanziamento sul mercato dei capitali. Se si esamina l’ExtraMOT PRO, si nota che i titoli attualmente scambiati godono di una cedola fissa con un valore medio pari al 5,13% e picchi che sfiorano addirittura il 7%.
Rendimenti intriganti, certo, che però comportano dei rischi piuttosto elevati. Tuttavia, con un orizzonte temporale adeguato capace di sopportare la poca liquidità finanziaria di tale strumento, lo spread di rendimento di un qualsivoglia mini bond diventa appetibile e altamente performante. Inoltre, in un’asset allocation degna di nota, strutturata a seconda delle tipologie di asset che l’investitore di turno desidera adottare, un mini bond può fare la differenza anche mediante una quota minima. Ciò non fa altro che confermare l’importanza di una soluzione finanziaria all’avanguardia capace di dare benefici e vantaggi a chiunque si serva delle sue caratteristiche.
Mini Bond Unicredit
I mini bond Unicredit seguono, ovviamente, le medesime linee guida di questa forma di finanziamento alternativo. Ciò che colpisce è che l’istituto di credito in questione investe molto in questa tipologia di soluzione dando il là a progetti legati a qualsivoglia settore. Un impegno lodevole e remunerativo per risollevare le sorti di un tessuto imprenditoriale incapace, il più delle volte, di compiere quel passo decisivo che serve per la consacrazione finale.
Tra le ultime operazioni effettuate in tal senso, c’è quella incentrata sulla sottoscrizione di un pacchetto sostenibile di mini bond dal valore di 16 milioni di euro emesso dalla Minerali Industriali Srl. Un piano obbligazionario, della durata di 6 anni, incentrato sullo sviluppo di tecnologie estrattive ad impatto zero, un tema profondamente attuale capace di legarsi indissolubilmente alla risoluzione di quelle criticità che stanno deteriorando ogni genere di ecosistema.
Recentemente, c’è stato un altro investimento degno di nota da parte di Unicredit riguardante la realtà societaria Caseificio Palazzo. Sottoscrivendo dei mini bond da 6 milioni di euro, la banca supporta questa azienda pugliese per ampliare la sua capacità produttiva ed incrementare le vendite estere. Un supporto significativo che condurrà, tra le altre cose, a 60 nuove assunzioni e all’acquisto di nuovi impianti innovativi.
Mini bond in sintesi: caratteristiche principali
Le caratteristiche dei mini bond possono essere riassunte nei seguenti punti:
- La loro durata standard è inclusa tra i 3 e i 5 anni;
- La stragrande maggioranze dei mini bond prevede una cedola fissa che viene liquidata ogni 6 mesi. Nonostante ciò, non mancano quei casi dove le cedole sono variabili e seguono i tassi Euribor a 3 o 6 mesi;
- I mini bond vengono emessi con un prezzo che corrisponde al 100% del loro valore nominale;
- Il rimborso può essere erogato interamente alla scadenza o attraverso delle rate costanti che coprono l’intera durata temporale del mini bond in questione – o, in alternativa, un primo periodo di 1 o 2 anni;
- I mini bond hanno un covenant, ossia una serie di clausole che vincolanti che l’emittente è tenuto a rispettare, altrimenti è costretto a rimborsare in anticipo l’investitore. Pur essendo non sempre presenti al momento della sottoscrizione, queste clausole interessano alcuni aspetti come i limiti ai dividendi, l’impegno a non concedere ipoteche o garanzie e l’impegno tassativo a rispettare specifici ratio finanziari.