Neppure 12 ore ore dopo aver annunciato l’intenzione di emettere due nuove obbligazioni Eni a tasso fisso in dollari, con durata di 10 e 30 anni, compatibilmente con le condizioni di mercato, il Cane a Sei Zampe ha comunicato il successo dell’operazione.
I due nuovi bond in dollari sono stati emessi nell’ambito della delibera del consiglio di amministrazione di Eni dello scorso 4 aprile 2024 con l’obiettivo di preservare la struttura finanziaria equilibrata della società (i proventi derivanti dalla doppia emissione sono infatti indirizzati al soddisfacimento dei fabbisogni generali di Eni).
Ad occuparsi del collocamento, riservato ai soli istituzionali, sono state Barclays, Bank of America, Citi, Goldman Sachs, IMI-Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan, Morgan Stanley, Santander e Wells Fargo che hanno agito in qualità di Joint Bookrunner.
I dettagli delle due nuove obbligazioni Eni in dollari Usa
Durata a 10 e a 30 anni per le due nuove obbligazioni Eni denominate in dollari USD. Il bond decennale ha scadenza 15 maggio 2034 e offre ai suoi sottoscrittori una cedola fissa annuale lorda del 5,50%. Offerto per un ammontare complessivo pari a 1 miliardo di euro, il bond ha esitato un prezzo di emissione pari a 99,333 centesimi. Tenendo conto della cedola e del pricing il rendimento lordo a scadenza è nell’area del 5,6%. Si tratta di una percentuale più alta di quella del BTP di pari durata che come rendimento si ferma al 3,79%. In relazione ai rendimenti dei Treasury americani, invece, la prima tranche del bond Eni presenta un premio di 110 punti base.
Il bond a 30 anni invece ha scadenza maggio 2054 e presenta una cedola del 5,95% annuo lordo. Ad esito del collocamento il prezzo di emissione è stato fissato a 98,828 centesimi da cui si deduce un rendimento lordo a scadenza più alto del primo bond e pari al 5,95%. L’ammontare dell’offerta del titolo a 30 anni è stata pari a 1,25 miliardi. Nel confronto con i rendimenti dei Treasury americani, invece, la seconda tranche presenta un premio di 143 punti base.
Complessivamente l’emittente ha messo sul piatto 2,25 miliardi di euro per le due tranche. La domanda da parte degli istituzionali è stata molto forte: 11 miliardi da parte di 180 investitori per ogni tranche.
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Sulle nuove obbligazioni Eni pesa il rischio cambio
Essendo i due nuovi bond di Eni denominati in dollari Usa, è ovvio che si debba fare i conti con il rischio cambio. Gli investitori che hanno scelto di investire in queste obbligazioni se ne sono fatti carico.
Cosa comporta il rischio cambio insito nei nuovi bond di Eni? In pratica se il dollaro si deprezza nel cambio con l’Euro allora le cedole staccate periodicamente e lo stesso capitale rimborsato alla scadenza (o comunque in caso di disinvestimento in anticipo) subirebbero una contrazione di valore. Nel caso opposto, invece, ossia se la divisa americana si dovesse apprezzare rispetto a quella europea, cedole e capitale a scadenza (o comunque al rimborso anche anticipato) subirebbero un aumento di valore.
E’ il cambio l’unico vero rischio delle obbligazioni Eni in dollari visto che sulla solidità dell’emittente non c’è nulla da dire.