Nuove obbligazioni a tasso variabile per Unicredit
Primi tre anni a tasso fisso e poi tasso variabile fino al 2037 per il nuovo bond Unicredit (www.risparmioggi.it)

Unicredit torna protagonista sul mercato obbligazionario con nuove obbligazioni scadenza 2037 con struttura prima a tasso fisso e poi a tasso variabile. Quotate sul MOT e Euro TLX di Borsa Italiana, i nuovi bond si rivolgono ai semplici risparmiatori e ciò lo si intuisce anche dal taglio minimo di sottoscrizione che è pari a 1.000€. Anche la struttura sembra essere “fatta su misura” per i retailer con il meccanismo tasso fisso e poi tasso variabile che punta a cavalcare la fase di riduzione del costo del denaro da parte della BCE.

Investitori interessati ad inserire nel loro portafoglio titoli obbligazionari ma anche semplici risparmiatori che vogliono tutelarsi dalla fase di ribasso dei tassi BCE (in corso da giugno e destinata a proseguire per i prossimi mesi e per tutto il 2025) dovrebbero quindi considerare le nuove obbligazioni Unicredit 2037.

Obbligazioni Unicredit 2037: caratteristiche in sintesi

Subito le caratteristiche dei nuovi bond Unicredit con durata 13 anni:

  • CODICE ISIN: IT0005617375
  • Data di emissione del bond: 14 Ottobre 2024
  • Scadenza: 14 Ottobre 2037
  • Struttura dei tassi: primi tre anni tasso fisso pari del 5,20%, a partire dal quarto anno e fino alla scadenza tasso variabile sulla base di un tasso pari ad Euribor a 3 mesi con fattore moltiplicativo 1,5. Floor a 0% e cap a 5,20%
  • Cedola: sempre annuale
  • Taglio minimo: 1.000€
  • Rimborso: a scadenza al 100% del valore nominale
  • Tassazione applicata: 26% (standard)
  • Listing: MOT ed Euro TLX di Borsa Italiana
  • Modalità di acquisto: direttamente dal proprio conto titoli
  • Possibilità di vendita prima della scadenza: si ma attenzione al rischio quotazione

Prima tasso fisso e poi tasso variabile per le obbligazioni Unicredit 2037

13 anni è la durata totale delle nuove obbligazioni Unicredit. La struttura è particolare proprio in virtù della cedola mista. Per i primi tre anni di durata il tasso sarà fisso e pari al 5,20% lordo (al netto di scende al 3,848%). Dal quarto anno in poi scatterà il tasso variabile pari al tasso Euribor a 3 mesi moltiplicato per 1,50. Il tasso sarà reso noto due giorni lavorativi prima dell’inizio di ogni periodo cedolare.

Il passaggio dal tasso fisso a quello variabile è protetto nel senso che la struttura del bond prevede una serie di garanzie per il sottoscrittore in modo tale da evitare di ritrovarsi, nel corso della seconda fase di vita dello strumento, con tassi molto bassi.

In particolare non accadrà mai che la cedola annuale possa risultare negativa. Il contrappeso di questa tutela è il fatto che la stessa cedola non potrà comunque superare il 5,2%. C’è quindi un tetto minimo sotto al quale il tasso applicato, nella componente variabile, non può scendere sotto allo zero.

Perchè una simile struttura che, solo a prima vista, potrebbe sembrare complicata?

Perchè solo un meccanismo simile è in grado di garantirsi un certo appeal presso il mercato di riferimento che è quello retail. I tassi BCE hanno iniziato la parabola discendente a giugno con un taglio di 25 punti base. A settembre altro taglio sempre di 25 punti base. Tutto lascia intendere che anche nel board di giovedì prossimo ci sarà una nuova riduzione del costo del denaro e così a seguire per tutto il 2024 e per il 2025. In un contesto simile il rischio per un emittente è che ci possa essere uno scarso interesse proponendo bond dalla struttura più classica a causa proprio dell’inevitabile flessione dei rendimenti. Con i nuovi bond Unicredit, i tassi fissi per i primi 3 anni e poi variabili ma comunque “protetti”, permettono ai risparmiatori comuni di impiegare la liquidità in modo agevole e potenzialmente remunerativo.

Convenienza potenziale

La potenziale convenienza delle nuove obbligazioni Unicredit è tutta legata all’andamento dell’Euribor quindi a quello che accadrà a partire dal quarto anno fino alla scadenza. Vero è che, potenzialmente, il bond potrebbe rendere fino al 5,2% ma ciò si verificherebbe solo se la cedola variabile fosse al massimo. Tenendo conto che, attualmente l’Euribor a tre mesi è del 3,2% e che tra tre anni altri, ossia quando il bond Unicredit diventa a tasso variabile, sarà più basso di questo livello (ipotizziamo di circa 1 punto percentuale), il rendimento non sarebbe superiore al 3,4% (al lordo). Questo alla luce della struttura delle stesse obbligazioni. Se invece l’Euribor dovesse restare sui livelli attuali (scenario poco probabile) come rendimento medio per tutta la durata del bond si salirebbe di circa un punto percentuale e mezzo.

Tutto insomma dipende dal movimento dell’Euribor a tre mesi. Vero è che tutto può succedere ma lo scenario base è quello che abbiamo ipotizzato ossia calo dell’1% circa e rendimento medio al 3,4% lordo.

Se così dovesse essere ci sarebbe un bello scarto tra il rendimento dei primi tre anni e quello degli altri nove. C’è sempre la possibilità di vendere obbligazioni bancarie prima della scadenza ma in tal caso, per valutare la convenienza di simile operazione, è necessario fare i conti il prezzo del bond in quel momento.