Complice l’annuncio sul nuovo BTP Valore in emissione ad agosto 2023, la notizia del collocamento di nuove obbligazioni convertibili legate ad obiettivi di sostenibilità da parte di Eni è quasi passata in secondo piano. Eppure stiamo parlando di un’emissione destinata ad entrare nella storia vista che è la prima da parte di società del settore petrolifero globale avente ad oggetto bond convertibili e sostenibili.
Proprio per questo motivo (e non per altre ragioni visto che l’emissione è comunque rivolta ad un pubblico di istituzionali) vale la pena dedicare un post all’argomento. Nei prossimi paragrafi analizzeremo le caratteristiche delle nuove obbligazioni convertibili Eni e poi spiegheremo come funzionano questi bond comunque connessi alla sostenibilità (il che conferma l’impegno del Cane a Sei Zampe su questo fronte).
Nuove obbligazioni convertibili Eni in dettaglio
La denominazione tecnica delle nuove obbligazioni Eni è senior unsecured con struttura sustainability-linked. In pratica si tratta di un bond convertibile in azioni che è legato ad obiettivi di sostenibilità.
Non è la prima volta che il Cane a Sei Zampe colloca bond sostenibili (i precedenti sono indicate nella pagina dedicata alle nuove emissioni di obbligazioni Eni) ma è la prima volta che c’è il combinato sostenibili + convertibili.
La durata del prestito obbligazionario è di 7 anni (scadenza 14 settembre 2030) mentre l’ammontare dell’emissione è di circa 1 miliardo di euro (importo nominale).
Le obbligazioni saranno convertibili in azioni ordinarie Eni comprate nell’ambito del programma di acquisto di azioni proprie deliberato dall’Assemblea degli Azionisti del Cane a Sei Zampe in data 10 maggio 2023. Il prezzo di conversione esitato dal collocamento è pari a 17,5513 euro, con un premio del 20% sopra il prezzo di riferimento di 14,6261 euro. In precedenza la società aveva annunciato di attendersi un prezzo di collocamento compreso tra il 20% e il 25% sopra il prezzo di riferimento.
Le nuove obbligazioni convertibili Eni sono destinate ad investitori qualificati ed hanno un taglio minimo di 100.000 euro. Il loro collocamento è stato effettuato ad un prezzo di sottoscrizione pari 100% del loro valore nominale. Alla fine gli ordini totali sono stati pari a 2,8 miliardi di euro con richieste arrivate soprattutto da Regno Unito, Francia e Svizzera.
Il collocamento del bond è stato effettuato da un pool di banche che agiranno come structuring banks e che è composto da Barclays, Goldman Sachs International e J.P. Morgan e da un altro pool formato da BofA Securities Europe SA, Citigroup, Deutsche Bank e Morgan Stanley in veste di joint bookrunners.
Come funzionano le nuove obbligazioni convertibili di Eni
Iniziamo col dire che le nuove obbligazioni convertibili Eni pagheranno una cedola annuale del 2,95%. Prima dell’avvio dell’operazione, l’emittente aveva indicato che cedola annuale a tasso fisso sarebbe stata compresa tra il 2,625% e il 3,125%. La cedola finale è quindi a metà della forchetta.
Trattandosi di obbligazioni sostenibili, esse saranno legate al raggiungimento di una serie di target sostenibilità alla data del 31 dicembre 2025:
- la riduzione delle emissioni nette di gas serra (Scope 1 e Scope 2) associate alle operazioni Upstream (Net Carbon Footprint Upstream (Scope 1 e 2)) ad un valore pari o inferiore a 5,2 MtCO2eq (-65% rispetto al livello base del 2018);
- l’incremento della capacità installata per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (Renewable Installed Capacity), fino al raggiungimento di un target pari o superiore a 5 GW.
Nel caso in cui uno due due obiettivi di sostenibilità (oppure entrambi) non dovesse essere raggiunto l’emittente procederà con il pagamento di un importo pari allo 0,5% del valore nominale delle stesse obbligazioni al momento del pagamento della quarta cedola annuale che è previsto per il 14 settembre 2027.
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Nuove obbligazioni convertibili Eni settembre 2030: quanto convengono?
La reazione del mercato all’annuncio del collocamento delle nuove obbligazioni convertibili Eni non è stata particolarmente brillante. La quotata del settore oil ha infatti chiuso la seduta con un ribasso dello 0,35% a 14,74 euro. Non c’è dubbio che Eni abbia pagato l’annuncio sul bond convertibile.
Ma la di là di questa reazione di pancia, quale è il giudizio che può essere espresso sulle nuove obbligazioni convertibili di Eni? Per ora la sola valutazione sull’operazione è arrivata dagli analisti di Equita. La sim ha messo in evidenza come la conversione riguardi l’1,5% delle azioni complessive di Eni. Tenendo conto che il rendimento delle obbligazioni Eni senior scadenza gennaio 2030 è pari a circa il 4%, si può calcolare un risparmio compreso tra i 90 e i 140 punti base rispetto ad un bond bullet (scadenza fissa, rimborso in una sola soluzione alla scadenza, non è previsto il rimborso anticipato).