Il mercato obbligazionario europeo sta tornando frizzate dopo la pausa di agosto. Tra le nuove emissioni di obbligazioni, a catturare l’attenzione dei piccoli investitori è stata l’operazione condotta del gruppo tedesco delle rinnovabili E.ON. La società ha emesso nuove obbligazioni in dual tranche di durata differente: 5 anni e mezzo la prima e 10 anni la seconda.
L’emissione di E.ON ha destato un certo interesse anche tra il pubblico italiano perchè indirizzata anche agli investitori retail. Dopo settimane di collocamenti obbligazionario rivolti solo agli istituzionali, tornano quindi le nuove obbligazioni rivolte ai semplici investitori. C’è poi un secondo motivo che giustifica l’appeal dell’emissione: essendo indirizzata anche ai retail, l’emissione di E.ON. prevede un taglio minimo di 1.000 euro con multipli di 1.000. Quindi l’importo richiesto per comprare una delle nuove obbligazioni E.ON. è quello più basso e accessibile.
Chi è solito investire in obbligazioni, però, sa perfettamente che va bene il taglio minimo basso, ma sono altri gli aspetti da tenere in considerazione. Quali? Ovviamente la cedola offerta e il rendimento che è stato esitato dal collocamento. C’è poi anche la tipologia di bond da considerare e il rating dell’emittente (quest’ultimo punto va ad impattare sul livello di rischio del bond).
Di tutto questo parleremo nel nostro post. Prima però un pò di presentazioni: delle nuove obbligazioni E.On. sicuramente ma anche della stessa società emittente.
Profilo dell’emittente: chi è E.On.
Ad emettere le nuove obbligazioni anche retail è stata E.ON è una delle principali utility energetiche in Europa. Si tratta di società tedesca con sede a Essen, in Germania, ed è attiva in diversi settori dell’energia, tra cui la produzione, la distribuzione e la fornitura di elettricità e gas naturale.
E.ON è stata fondata nel 2000 dalla fusione di due grandi aziende energetiche tedesche, la VEBA e la VIAG, ed è diventata una delle principali aziende del settore energetico in Europa.
Le attività di E.ON includono la generazione di energia da fonti diverse, tra cui centrali elettriche a gas, centrali elettriche a carbone, impianti di energia rinnovabile come parchi eolici e centrali solari, nonché la distribuzione di energia elettrica e gas attraverso reti di trasmissione e distribuzione. L’azienda fornisce anche servizi energetici e soluzioni per l’efficienza energetica a clienti industriali e domestici.
Da evidenziare che E.ON è stata coinvolta in varie iniziative per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile, ciò ha determinato una buona visibilità per il brand.
Nuove obbligazioni E.ON. a 5,5 e 10 anni: caratteristiche base
Considerando quello che è il core business di E.ON. non c’è nulla di cui stupirsi se la nuova emissione ha riguardato obbligazioni sostenibili.
L’emissione ha un taglio da 750 milioni per entrambe le tranche. Un ammontare d’offerta non eccessivo che ha creato le condizioni ideali per un boom di ordini. Basti pensare che le richieste sono state pari a 2,1 miliardi di euro per ogni tranche. Praticamente l’ammontare offerto dall’emittente è andato polverizzato.
E cosa succede quando la domanda supera di gran lunga l’offerta? L’effetto immediato è una compressione dei rendimenti a tutto vantaggio dell’emittente stesso. Se il numero dei compratori è alto significati infatti che c’è fiducia sull’emissione. Viceversa se gli ordini superano solo di poco l’offerta, allora l’emittente deve pagare di più per indurre all’acquisto del suo debito.
Detto questo, le due tanche di obbligazioni E.ON. non differiscono solo per la durata ma anche per la cedola. Il bond a 5,5 anni, indentificato dall’ISIN XS2673536541, offre una cedola annua lorda del 3,75%, quello a 10 anni, identificato dall’ISIN XS2673547746, paga una cedola annuale del 4%.
Il rating di E.ON. è Baa2.
Nuove obbligazioni E.ON.: ecco i rendimenti
E adesso parliamo dei rendimenti che è l’aspetto che più interessa gli investitori.
La tranche più corta (5,5 anni) ha registrato una forte abbassamento del rendimento che alla fine si è attestato a 52 punti base sul tasso midswap contro gli 80 punti base previsti all’inizio e anche i 55 punti base della seconda indicazione. Molto bene (per l’emittente) anche per la tranche a 10 anni che ha strappato un rendimento pari a 87 punti base sul midswap contro le indicazioni iniziali di 115 punti base. In entrami in casi, quindi, c’è stata una contrazione molto forte che è stata possibile grazie al boom della domanda.
E allora nel caso della tranche a 5,5 anni, il rendimento esitato è stato del 3,825% sulla base di un prezzo di 99,651 cent mentre per quella a 10 anni si sale al 4,113% sulla base di un prezzo di 99,089 cent. Niente male anche se si deve tenere conto che sulle obbligazioni non c’è tassazione agevolata ma si applica quella ordinaria del 26%.