Il 2020 sarebbe dovuto essere l’anno dei green bond. I programmi di molte società, infatti, prevedevano l’emissione di obbligazioni verdi spalmate su tutti e 12 i mesi. La pandemia di coronavirus ha però bloccato le nuove emissioni di green bond e spinto molte società a fare passi indietro.
Risultato di questo blocco è la revisione al ribasso delle stime sulle emissioni di obbligazioni verdi. Secondo Moody’s i green bond che verranno emessi nel corso del 2020 sono compresi tra i 175 e i 225 miliardi di dollari, valore nettamente inferiore rispetto Siamo nettamente sotto rispetto a quelle che erano le previsioni iniziali che facevano riferimento a nuovi collocamenti per complessivi 300 miliardi di dollari.
Questa è ovviamente una notizia negativa per chi è solito investire in green bond poichè meno emissioni significa anche meno possibilità di scelta. Le obbligazioni verdi, però, non sono destinate a passare di moda ma è evidente che l’attuale contesto di riferimento, fortemente condizionato dalla crisi causata dal coronavirus, renda non più vantaggioso come prima, dal punto di vista delle società ovviamente, l’immissione di questo genere di prestito obbligazionario.
LEGGI ANCHE – Coronavirus e risparmi: come proteggere i propri investimenti
Proprio il calo di nuovi green è alla base della revisione al ribasso delle previsioni sulle nuove emissioni di obbligazioni ESG nel 2020. Considerando i bond sostenibili nel loro insieme, Moody’s vede un calo a 325 miliardi di dollari, 75 miliardi di dollari in meno rispetto alla stima precedente.
Green Bond 2020 nuove emissioni condizionate dal coronavirus
Matthew Kuchtyak, AVP-Analyst di Moody’s Investors Service, non si è limitato a fare delle previsioni sull’andamento delle emissioni di ESG bond e green bond nel 2020 ma ha fornito i dati relativi all’andamento della raccolta del debito nel primo trimestre 2020. Nei primi tre mesi dell’anno l’emissione complessiva di obbligazioni ESG ha fatto segnare un calo a quota 59,3 miliardi di dollari. Rispetto al trimestre precedente (l’ultimo senza coronavirus), le nuove emissioni di bond ESG sono calate del 32%. E’ andata quindi male (nè poteva andare diversamente) ma è comunque andata meglio rispetto all’andamento delle nuove emissioni di green bond. I collocamenti di obbligazioni verdi nei primi tre mesi del 2020 sono crollati del 49% a 33,9 miliardi di dollari. Nuove emissioni quasi dimezzate, quindi, e la colpa di tutto questo è del coronavirus.
Social Bond 2020 nuove emissioni in aumento
A fronte di un calo dei green bond, la ricerca di Moody’s ha anche messo in risalto che nei primi tre mesi del 2020 i nuovi collocamenti di social bond sono stati pari a circa 11,9 miliardi di dollari. Si tratta di un valore che resta nettamente inferiore al volume delle obbligazioni verdi collocate nello stesso periodo ma, rispetto al trimestre precedente, è pari ad oltre il doppio.
Quindi se da un lato il coronavirus ha condizionato i lanci di obbligazioni verdi dall’altro, a compensazione, è invece aumentato il collocamento dei social bond.
Questo trend stupisce? Non dovrebbe se si considera la natura stessa dei social bond. Le obbligazioni social sono state emesse nel primo trimestre della banche di sviluppo (e questa non è una novità) con un intento ben preciso: quello di finanziare le politiche governative di sostegno alla sanità, in molti paesi del mondo.
Non serve andare molto lontano per trovare degli esempi di social bond emessi contro il coronavirus. Sono obbligazioni sociali aventi come obiettivo quello di rastrellare risorse per la lotta contro la pandemia, i bond con durata 7 e 3 anni emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti ad aprile 2020.