Quando è previsto il rimborso delle obbligazioni perpetue Poste Italiane emesse a giugno dello scorso anno e prive di data di scadenza? A circa 4 mesi di distanza dal primo anno di vita dei bond perpetui Poste identificati dall’Isin XS2353073161 è già tempo di bilanci per i risparmiatori che, a suo tempo, decisero di comprare queste particolari obbligazioni che non prevedono scadenza e che, quindi, teoricamente, potrebbero non essere mai rimborsate.
In questo articolo faremo il punto sull’andamento del rendimento delle obbligazioni Poste Isin XS2353073161 poichè, in assenza di data di scadenza predeterminata, a rappresentare il metro circa la convenienza dell’investimento, è proprio l’andamento del rendimento. Prima di scendere, però, nel dettaglio, una precisazione rivolta a quei risparmiatori che non hanno comprato le obbligazioni perpetue Poste Italiane ma che sono curiosi dinanzi a questo particolare tipo di prestito obbligazionario.
Obbligazioni perpetue Poste Italiane: perchè comprarle?
Che senso ha comprare delle obbligazioni che per loro caratteristica potrebbero non scadere mai. Il risparmiatore che, a giugno 2021, decise di inserire i bond XS2353073161 emessi da Poste nel suo portafoglio di investimento non era un autolesionista. Sicuramente il suo era (ed è) un profilo di investitore diverso da quello medio poichè aperto alla possibilità di correre più rischi in cambio di un maggiore rendimento, ma da qui a definirlo una sorta di autolesionista ce ne passa.
I bond perpetui Poste Italiane si inseriscono nella macro tipologie delle obbligazioni high yield o obbligazioni ad alto rendimento che hanno la loro caratteristica peculiare nella consistenza della cedola. E infatti, come specificato al momento dell’emissione, le Isin XS2353073161 di Poste offrono fino al 24 giugno 2029 una cedola del 2,65%!
Un livello di rendimento che lascia a bocca aperta ma che è giustificato da una contropartita che solo i risparmiatori disposti ad alzare l’asticella del rischio possono correre: ossia la possibilità di non vedere mai rimborsate le obbligazioni se le condizioni di mercato non lo dovessero permettere.
Per avere un’idea di quanto golosa sia la cedola delle obbligazioni perpetue di Poste basta rapportare la percentuale indicata al rendimento attuale del BTP a 8 anni.
Ebbene, nel giugno 2021 il rendimento del titolo di stato a 8 anni era ancora più basso (appena lo 0,6%) rispetto a quello (comunque molto contenuto). Ciò spiega perchè gli investitori a caccia di rendimenti interessanti decisero di comprare le obbligazioni perpetue di Poste.
Obbligazioni perpetue Poste Italiane: come funziona il rimborso
Le obbligazioni perpetue di Poste Italiane potrebbero essere rimborsate in una delle tre date reset specificate al momento dell’emissione, oppure in nessuna di questa date. A decidere se e quando i bond verranno rimborsati ai sottoscrittori sarà ovviamente l’emittente ossia Poste Italiane.
Le tre date fissate per il (probabile) rimborso del capitale sono:
- 24 giugno 2029
- 24 giugno 2034
- 24 giugno 2049
Se alla prima data reset, Poste Italiane procederà con il rimborso del capitale, tutto bene. Nel caso in cui la società non dovesse optare per questa opzione, allora verrebbe riconosciuta agli obbligazionisti una cedola pari al tasso midswap a 5 anni aumentato di un margine di 267,7 punti base.
Se alla seconda date del reset, il capitale dovesse essere rimborsato, i bond arriverebbero a scadenza. Nel caso in cui, però, la società gialla, alla luce delle condizioni di mercato, non dovesse ritenere opportuno il rimborso, allora il margine aumenterebbe di ulteriori 25 punti base.
Per finire in assenza di rimborso del capitale anche alla terza data reset, verrebbe riconosciuta agli obbligazionisti una cedola pari al tasso midswap a 5 anni aumentato di un margine di ulteriori 75 punti base.
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Quotazione obbligazioni perpetue Poste sulla borsa del Lussemburgo
I bond perpetui Poste Isin XS2353073161 sono quotati sulla borsa del Lussemburgo e scambiano a 89,7 centesimi. Alla luce di questo prezzo, in caso di rimborso del capitale alla prima data reset, il rendimento sarebbe del 4,49%. Una remunerazione molto ghiotta che resterebbe tale anche al netto (3,32%).
Se ci dovesse essere un rimborso il 24 giugno 2029, ai prezzi attuali, il rendimento delle obbligazioni perpetue di Poste straccerebbe quello del BTP agosto 2029 di ben 210 punti base.
Nel caso in cui, invece, l’emittente dovesse optare per un mancato rimborso, allora, la cedola fino al 2034 (seconda data reset) verrebbe agganciata al tasso midswap a 5 anni che è attualmente pari a circa lo 0,6%. Poichè al momento dell’emissione dei bond il tasso ammontava a -0,26%, la cedola nel periodo compreso tra il 2029 e il 2034 sarebbe pari al 3,277%. Comprando adesso a 89,70 centesimi, la cedola lorda salirebbe al 4,6% (3,39% netto).
E se neppure nel 2034 (seconda data reset) ci dovesse essere il rimborso? In questo caso la cedola salirebbe dello 0,25%. Con un midswap uguale a quello attuale, la cedola sarebbe del 3,527%. Quindi comprando alle quotazioni odierne, il rendimento sarebbe del 4,35% lordo (vale a dire 3,22% netto).
Ultima finestra utile per il rimborso è il 2049. Se anche in questa data non dovesse avvenire nulla, allora la cedola salirebbe al 4,277%. Non è però possibile calcolare il rendimento ipotetico per motivi tecnici.
Insomma sul rimborso delle obbligazioni perpetue postali tutto è un punto interrogativo. Alla luce delle condizioni di mercato, sarà Poste a decidere se conviene continuare a pagare la cedola oppure effettuare il rimborso in una delle date reset.