bond Unicredit

Unicredit protagonista sul mercato obbligazionario con il collocamento di nuove obbligazioni senior non preferred per un un importo pari a 1 miliardo di euro. Protagonista perchè una banca colloca delle obbligazioni e queste ricevono un quantitativo di ordini doppio rispetto a quello offerto e la stessa banca, grazie proprio alla forte domanda, riesce a strappare un rendimento più basso rispetto a quelle che erano le previsioni iniziali, allora significa che su quella banca c’è è un appeal molto alto.

Ovviamente l’ottimo risultato derivato dal collocamento non è da imputare solo alla qualità delle obbligazioni offerte. Più che altro Unicredit è stata abilissima a beneficiare del timing. Appena pochi giorni fa, infatti, Piazza Gae Aulenti aveva presentato i conti dell’esercizio 2022 lasciando il mercato letteralmente a bocca aperta grazie al miglior quarto trimestre di sempre per quello che riguarda l’utile netto. Immediata la reazione in borsa con il titolo che ha registrato un forte apprezzamento. E come cavalcare questa situazione di euforia (motivatissima) se non attraverso l’emissione di nuove obbligazioni senior non preferred? Detto e fatto Piazza Gae Aulenti è andata sul mercato strappando un altro successo.

In questo articolo analizzeremo un aspetto molto particolare del nuovo bond: il suo comportamento in caso di bail-in. Si tratta di una questione che riguarda la questione del rischio. Prima però ecco al solito una breve scheda sulle nuove obbligazioni Unicredit.

Bond Unicredit senior non preferred: caratteristiche fondamentali

Il bond Unicredit senior non preferred è identificato dal codice ISIN XS2588885025. Con durata pari a 6 anni, le obbligazioni saranno rimborsate il 16 febbraio 2029. Per i primi 5 anni è prevista una cedola fissa mentre il sesto anno la cedola è variabile ma solo nel caso in cui non venga esercitata l’opzione call. Quest’ultima ammonterebbe all’Euribor a 3 mesi più lo spread. Dicevamo del rendimento migliore delle attese grazie ad un boom di ordini (la domanda ha praticamente più che doppiato l’offerta: 2,1 mld VS 1 mld).

Ebbene il rendimento è stato pari a 160 punti più il tasso midswap contro i 185 punti previsti prima dell’emissione. Ovviamente se c’è una domanda così forte è ovvio che i rendimenti ottenuti siano più bassi. Di conseguenza il rendimento del bond si è collocato in area 4,5% per i primi 5 anni dell’emissione. Niente male.

Taglio minimo del bond 150.000 euro e ovviamente offerta destinata solo agli istituzionali.

L’operazione è stata condotta da Unicredit a cui si sono affiancate una serie di primaria banche europee come Deutsche Bank, Mediobanca, NatWest Markets, Santander e Société Générale.

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I rischi delle obbligazioni senior non preferred di Unicredit

Il fatto che il taglio minimo di sottoscrizione delle nuove obbligazioni Unicredit è stato così alto, sta a significare che l’emissione era specificatamente indirizzata solo ad una particolare tipologia di sottoscrittori: gli istituzionali. Solo questi ultimi, infatti, possono farsi carico del rischio di questo tipo di obbligazioni ed essere disposti a sostenerlo in cambio di un ottimo rendimento.

Ma di che rischio parliamo? Teoricamente i senior bond non preferred hanno un livello di rischio più alto delle obbligazioni senior classiche. In caso di bail-in, il bond partecipa alle perdite della banca (a differenza di altri tipo di obbligazioni). Non siamo però al livello di rischio delle obbligazioni subordinate e quindi per un istituzionale è comunque tutto gestibile.

Gestibilissimo se si tiene conto che, concretamente, i rischi sono quasi zero essendo il coefficiente di solidità patrimoniali di Unicredit a ben il 15 per cento (bilancio 2022). Banca robustissima, quindi.

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E allora il solo rischio di cui tenere conto è quello legato al cambio. Se tra 5 anni, l’Euribor a 3 mesi tra 5 anni, dovesse essere più basso delle previsioni, allora il rendimento calerebbe. Il sottoscrittore, inoltre, perde la cedola dell’ultimo anno nel caso in cui la banca dovesse esercitare la call. Ma per gli istituzionali, questi, non sono problemi.