Sezione del sito dedicata ai BTP, acronimo di Buoni del Tesoro Poliennali. Presenta guide teoriche sul funzionamento dei BTP e ultime notizie relative a nuovi collocamenti ed emissioni.
Le news riguardano tutte le tipologie di BTP, che si differenziano l’uno dall’altro per la durata nel tempo, ossia in base alla loro scadenza, che determinerà il rimborso del capitale sottoscritto dai risparmiatori, insieme agli interessi maturati.
I Buoni del Tesoro Poliennali sono uno strumento di finanziamento del Dipartimento del Tesoro dello Stato Italiano, che emette le obbligazioni sul mercato.
Gli investitori che desiderano impiegare una parte del capitale risparmiato in un mezzo di investimento a lungo termine, con durata da 3 a 50 anni, e che garantisce il pagamento di cedole ogni sei mesi, calcolate in via posticipata. La cedola rappresenta l’ammontare degli interessi, calcolati in base alla durata del titolo e al capitale sottoscritto.
Per acquistare i Buoni del Tesoro Poliennali è necessario seguire un calendario prestabilito e partecipare a un’asta marginale.
I BTP con scadenza a 3, 7, 15 e 30 anni sono emessi nel corso della seconda settimana di ogni mese o, in occasioni straordinarie, nelle ipotesi in cui vi sia una forte richiesta nel mercato di riferimento.
Durante l’ultima settimana di ogni mese, invece, è prevista la collocazione dei Buoni del Tesoro Poliennali con scadenza a 50 anni.
Sia il prezzo che la quantità dei titoli disponibili sono comunicati dal Dipartimento del Tesoro, prima dell’asta, cui possono partecipare unicamente gli intermediari, in particolare banche e i broker registrati presso la Banca d’Italia.
Gli investitori privati che intendono impiegare parte del loro capitale in BTP dovranno pertanto rivolgersi agli intermediari per l’acquisto dei titoli, entro la scadenza dei termini stabiliti.
Per quanto riguarda il valore nominale minimo di un BTP, questo è di 1000 euro e multipli.
L’entità del taglio fa si che i BTP siano uno degli strumenti di investimento preferiti degli italiani. Per molto tempo la domanda dove mettere i risparmi per molti risparmiatori aveva solo una risposta: BTP e BOT.
Per comprendere il funzionamento dei BTP e capire se tale strumento di investimento possa essere adeguato alle proprie esigenze, un esempio potrà essere un valido chiarimento.
Ipotizzando di voler acquistare Buoni del Tesoro Poliennali con scadenza a 10 anni, un risparmiatore privato si rivolge alla propria banca di fiducia. Il periodo in cui l’investitore dovrà attivarsi per l’ordine dovrà rientrare nell’ultima settimana del mese.
Nel caso in cui l’importo destinato all’investimento fosse di 10.000 euro, il soggetto potrà acquistare un massimo di 10 BTP. Il funzionario dell’istituto finanziario provvederà a comunicare all’acquirente il valore nominale dei BTP al momento dell’acquisto e che costituisce la base sulla quale saranno calcolati gli interessi, corrisposti in misura fissa e costante a partire dal sesto mese successivo all’acquisto.
Per quanto riguarda le quotazioni in tempo reale, il primo riferimento in merito è il sito della Borsa Italiana, in cui sono riportati i valori dei BTP, in una tabella che indica la descrizione del titolo, la scadenza, il prezzo di acquisto, quello di vendita e il codice ISIN. Quest’ultimo identifica i titoli mobiliari in ambito internazionale ed è impiegato anche per le azioni, i warrant e gli ETF.
Poiché i BTP in corso di emissione sono molti, è raccomandabile riferirsi al proprio broker di fiducia, che sarà in grado di illustrare i tassi di interesse più convenienti e la durata dell’investimento adeguata alla propria situazione finanziaria personale.
Allo stesso modo, l’intermediario è tenuto per legge a informare il cliente circa il grado di rischio che la sottoscrizione dei BTP comporta, in particolare per quel che attiene all’eventualità di rivendere i titoli prima della scadenza attraverso il mercato secondario. In questa ipotesi, le fluttuazioni dei tassi potrebbero determinare una vendita a un valore inferiore a quello esistente al momento dell’acquisto.
Le tipologie di BTP attualmente esistenti variano in funzione della loro durata temporale (da questa suddivisione è escluso il BTP Italia).
La scadenza dei titoli, a partire dal momento della loro sottoscrizione, può essere di 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 o 50 anni; i più diffusi sono i BTP con scadenza a 30 anni, sia perché assicurano un rendimento superiore rispetto a quelli di durata inferiore, sia perché un arco temporale più lungo espone l’investitore a rischi maggiori.
Infatti, nonostante lo Stato di un Paese sia considerato la massima espressione di affidabilità nel rimborso delle cedole e del capitale, un periodo superiore ai 3 decenni espone necessariamente a una serie di incertezze, politiche e sociali, impossibili da determinare a priori.