In meno di un anno, gli italiani hanno assistito a sette incrementi dei tassi di interesse, una mossa strategica che, pur riportando il Paese a una sorta di nuova normalità nuova, non è riuscita a tenere a bada l’inflazione. Questo mix di tassi elevati e inflazione ostinata ha costretto gli italiani a risparmiare sempre meno, causando una diminuzione significativa dei loro risparmi, custoditi spesso sul conto corrente. Da dicembre a marzo, i depositi bancari di famiglie e imprese hanno subito una perdita di 50 miliardi di euro.
Alzare i tassi sul conto corrente: l’analisi della Federazione Autonoma dei Bancari Italiani
Lando Maria Sileoni, segretario generale della FABI, ha suggerito che le banche dovrebbero restituire ai clienti i benefici derivanti dai tassi alti e che l’inflazione dovrebbe essere contrastata con rinnovi contrattuali economicamente vantaggiosi. Secondo l’analisi della FABI, la ricchezza accumulata nel corso degli anni rischia di essere spazzata via in poco tempo a causa dell’aumento dei tassi e dell’inflazione.
Come l’inflazione e l’aumento dei tassi stanno erodendo i risparmi sul conto corrente
Il tasso di risparmio italiano ha iniziato a diminuire già nei primi mesi del 2022, avvicinandosi a zero nei primi cinque mesi (con una media dello 0,2% da gennaio a maggio). Questa tendenza al calo si è intensificata nel resto dell’anno, mentre l’inflazione ha iniziato a intaccare le riserve del sistema produttivo italiano. Come conseguenza, in soli tre mesi, sono stati utilizzati 50 miliardi di euro per coprire consumi e investimenti.
La divergenza dei tassi di interesse su prestiti, mutui e depositi
Un’altra problematica che emerge dal quadro attuale riguarda la divergenza tra i tassi di interesse applicati ai prestiti e ai mutui e quelli applicati ai depositi. Mentre i tassi di interesse sui prestiti e sui mutui sono notevolmente aumentati nel corso del tempo, consentendo alle banche di moltiplicare i loro profitti, i tassi di interesse sui depositi sono rimasti quasi invariati, dimostrando che le banche non sembrano interessate a premiare coloro che depositano la propria liquidità.
L’aumento degli utili delle banche e la politica sui conti correnti
Nonostante la crisi, i principali istituti di credito italiani hanno registrato un aumento degli utili del 66% rispetto al 2021, con un totale di 12,8 miliardi di euro. Questo incremento è attribuito all’aumento dei ricavi, alla riduzione del costo del credito e alla costanza delle spese operative. Le banche hanno iniziato a innalzare i tassi su alcuni tipi di depositi, come quelli a termine, mantenendo però tassi molto bassi sui conti correnti, visti più come un servizio che come una forma di risparmio.
L’intervento delle banche digitali e l’importanza dei rinnovi contrattuali
Le banche digitali, grazie alla loro struttura senza costi fisici, hanno iniziato a offrire tassi più vantaggiosi ai loro correntisti. Sileoni sostiene che è fondamentale che le banche restituiscano ai clienti una parte dei benefici derivanti dall’aumento del costo del denaro aumentando i tassi di interesse sul conto corrente.
Le difficoltà economiche e la risalita dei prezzi
Il costo crescente della vita e la difficoltà a mantenere il passo con la rapida risalita dei prezzi continuano a erodere la liquidità del sistema. Questo meccanismo economico avverso mina la capacità di risparmio degli italiani e mette a dura prova le loro risorse finanziarie. Sebbene la Banca Centrale Europea abbia cercato di riequilibrare la situazione con l’aumento del costo del denaro, il risultato sembra essere un pericolo imminente per la ricchezza accumulata dagli italiani negli anni.