Nel panorama del risparmio in Italia, i buoni fruttiferi e i libretti postali rappresentano una delle opzioni più consolidate e sicure per accantonare denaro. Un dato significativo emerge dalle recenti analisi: quasi un italiano su due utilizza uno di questi strumenti finanziari. Si tratta di un fenomeno che non solo racconta la tradizione economica del nostro Paese, ma che evidenzia anche il profilo dell’investitore medio italiano nel 2024 (e nel 2025 non dovrebbe cambiare troppo, scommettiamo).
Buoni fruttiferi e libretti postali: un secolo di storia al servizio del risparmio
I libretti postali e i buoni fruttiferi hanno radici profonde nella cultura finanziaria italiana. Il libretto postale, introdotto quasi 150 anni fa, è stato uno strumento educativo per intere generazioni, insegnando il valore della parsimonia e della gestione consapevole delle risorse economiche. I buoni fruttiferi, invece, compiranno 100 anni l’anno prossimo, consolidandosi come una scelta ideale per chi desidera far crescere i propri risparmi senza esporsi a rischi significativi.
Entrambi i prodotti condividono caratteristiche distintive che ne spiegano il successo: sono garantiti dallo Stato italiano, offrono flessibilità grazie alla possibilità di rimborso in qualsiasi momento e possono essere sottoscritti con estrema facilità. Negli ultimi anni, Poste Italiane ha investito nella digitalizzazione, rendendo possibile la gestione di questi strumenti anche attraverso piattaforme online e app, ampliandone ulteriormente l’accessibilità.
Il boom del risparmio al Sud e il suo impatto
Un’analisi geografica rivela che il 43% dei sottoscrittori di buoni e libretti risiede nel Sud Italia, seguito dal Nord (29%) e dal Centro (28%). Questo dato è particolarmente interessante perché evidenzia come queste soluzioni siano percepite come un punto di riferimento nelle regioni in cui l’offerta finanziaria tradizionale potrebbe essere meno diversificata o accessibile.
Questa diffusione capillare risponde anche a un bisogno di sicurezza economica: i buoni fruttiferi e i libretti postali offrono rendimenti competitivi (qualche anno fa più di adesso, certamente), con prodotti dedicati come i buoni per minori, che garantiscono tassi fino al 5% annuo lordo. Ciò li rende una scelta ideale non solo per le famiglie, ma anche per chi vuole pianificare il futuro dei propri figli: tuttavia, non sono prodotti di investimento, ma di accantonamento dei risparmi. Non si guadagna con i buoni fruttiferi e con alcuni, soprattutto di lunga durata, si può rischiare anche di raccogliere un valore minore rispetto a quanto si è depositato. Resta però la chiave della flessibilità, che permette un rimborso comodo in qualsiasi momento.
Infatti, a differenza di altre forme di investimento che possono essere soggette a fluttuazioni di mercato, i buoni fruttiferi e i libretti postali offrono stabilità, rendendoli particolarmente attraenti in tempi di incertezza economica. Inoltre, consentono sottoscrizioni anche con piccole somme, e ciò ne fa una scelta accessibile a tutte le fasce di reddito.
Conclusioni
Il fatto che quasi un italiano su due possieda buoni fruttiferi o libretti postali non è un caso. È il risultato di un connubio tra storia, fiducia e capacità di adattarsi ai cambiamenti del tempo, certo, ma è anche l’ennesima prova evidente di come il profilo di investitore medio in Italia non sia propenso al rischio, abbia paura dell’azzardo (nonostante giochi spesso ai gratta e vinci) e tenda a cercare soluzioni più stabili e sicure. Questo è anche uno dei motivi per cui molte società di investimenti, con livelli di rischio diversificati ovviamente, faticano a entrare in un mercato come quello italiano, preferendo dialogare con altre realtà europee, più propense a conoscere e adottare altre tipologie di investimento.