Con un BTP a 10 anni che rende il 4% la tentazione di investire immediatamente è molto alta. In effetti come non comprendere questa smania di inserire titoli di stato italiani in portafoglio quando il rendimento del BTP decennale è pari a quello di inizio 2014? Tutto apparentemente fin troppo facile per essere vero e infatti il quadro è molto più complesso rispetto a ciò che si può pensare.
C’è la certezza che la BCE proseguirà con l’aumento del costo del denaro ma c’è anche l’incertezza creata dall’attesa per l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Da sempre il voto ha esercitato una certa pressione sui rendimenti dei BTP. Difficile ipotizzare che anche in questa occasione la specificità italiana (alto debito pubblico + contesto politico frammentato) non sia destinata a manifestarsi. E allora, con i rendimenti BTP attuali, conviene investire oppure è preferibile andare con i piedi di piombo? La risposta dimostra la profonda incertezza che caratterizza i mercati: nonostante il decennale renda il 4%, per molti analisti, è bene procedere con cautela.
La linea temporale di questo approccio è proprio l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo.
Rendimenti BTP e elezioni 25 settembre 2022: le previsioni
Le previsioni sull’andamento dei rendimenti dei BTP nelle prossime settimane e quelle sul risultato delle elezioni politiche viaggiano oramai in stretta correlazione. La storia del rapporto tra titoli di stato e esito delle elezioni, dice che un risultato incerto o a favore di forze non proprio europeiste ha sempre determinato un forte aumento dei rendimenti dei BTP. La situazione di partenza, già di suo, non è delle più favorevoli: nei mesi scorsi, infatti, il rendimento è salito a causa della decisione BCE di incrementare il costo del denaro. Purtroppo (o per fortuna dipende dalla prospettiva) la corsa potrebbe non essere ancora finita e il catalizzatore potrebbe essere proprio l’esito delle politiche.
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I sondaggi continuano a prospettare una vittoria del centro destra con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che potrebbe diventare nuovo presidente del Consiglio. Quest’esito non è propriamente quello che ci si potrebbe attendere per abbassare i rendimenti dei BTP (che infatti non calano). Tuttavia c’è anche il bicchiere mezzo pieno: il rendimento del decennale non si impenna ancora di più perchè la Meloni sembra aver accantonato i toni più accessi della propaganda anti-UE. Insomma diffidenza si ma nessuna condanna a priori.
Il problema diventa ciò che può accadere dopo perchè una vittoria della Meloni potrebbe determinare una politica basata su tagli alle tasse e più spesa fiscale. Se a ciò si aggiunge che il contesto economico è sfavorevole, le previsioni sui rendimenti BTP post voto potrebbero essere peggiori di quelle pre-voto.
Rendimenti BTP: investire ora o attendere?
E allora la risposta alla domanda se sia meglio investire adesso o attendere la danno le stesse circostanze che abbiamo citato in precedenza. Gli esperti convergono su questa linea. Secondo Sylvain De Bus, deputy head of global bonds di Candriam, è fondamentale mantenere una view prudente nei confronti del debito pubblico italiano. Adottando come orizzonte temporale quello del voto, è consigliabile sottopesare duration e peso rispetto al benchmark perchè bastano poche notizie negative a determinare un allargamento dello spread e quindi un aumento dei rendimenti dei BTP.
Questa prospettiva sembra essere oramai interiorizzata dai grandi investitori i quali, in vista proprio delle elezioni politiche del 25 settembre si sono già posizionati in modo più prudente sul debito italiano. L’esito delle ultime aste di BTP (il titolo scadenza 2046 ha sfondato il 4% e di anche di BOT (qui l’articolo) confermano la necessità di essere vigili.