Troppo esposto al ribasso del costo del denaro, il BOT semestrale scadenza settembre 2025 si è ritrovato a subire il crollo dei rendimenti. E’ questo il verdetto dell’ultima asta di Buoni Ordinari del Tesoro del mese di marzo che ha appunto visto come protagonista unico il BOT a sei mesi in scadenza il prossimo 30 settembre 2025. La domanda è stata buona ma, alla luce del meccanismo stesso dell’asta, i prezzi di aggiudicazione hanno registrato un rialzo che si è quindi tradotto nell’inevitabile calo dei rendimenti (i BOT sono titoli zero coupon in cui il ritorno è dato semplicemente dalla differenza tra prezzi non essendoci alcuna cedola).
I risultati dell’asta smentiscono almeno una parte delle aspettative della vigilia. I più ottimisti, infatti, si attendevano una tenuta che fosse in grado di salvaguardare il valore di investimento insito nel BOT semestrale. Con i rendimenti in picchiata, la valenza da investimento si riduce al lumicino e il BOT a sei mesi finisce con l’essere un semplice porto di parcheggio della liquidità magari in attesa di stabilire il posizionamento sui mercati.
Risultati asta BOT settembre 2025: come è andata nel dettaglio
Prima di esaminare i risultati dell’asta nel dettaglio, è utile specificare l’ISIN del BOT settembre 2025 visto che, trattandosi di una nuova emissione, non era stato reso noto al momento della pubblicazione delle caratteristiche dell’emissione. L’ISIN con cui il titolo sarà listato sul secondario (data di regolamento è il 31 marzo 2025) è IT0005643009.
Detto questo, tutto l’ammontare messo sul piatto dal MEF in occasione dell’asta del 27 marzo è andato collocato. Il Tesoro ha infatti emesso BOT semestrali per complessivi 7 miliardi di euro. Le richieste sono state pari a 10,37 miliardi di euro e quindi il rapporto di copertura esitato si è attestato all’1,48. Il volume degli ordini non è stato male fermo restando che non può neppure essere paragonato a quello delle analoghe aste di 5,6 mesi fa quando i rendimenti attesi erano molto diversi da quelli attuali. Dal dato sulla domanda sembra quindi emergere che, almeno sul titolo a sei anni, ci sia consapevolezza del tracollo dei ritorni.
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Crolla il rendimento nell’emissione BOT semestrali di fine marzo
Ai rendimenti dell’asta di BOT semestrali è andata male. Stando a quanto reso noto dal MEF il rendimento lordo di aggiudicazione esitato è stato pari al 2,268% con un prezzo di aggiudicazione di 98,86. Quindi per comprare il lotto minimo di 1.000€ sono stati necessari 988€. Considerando la tassazione in vigore, il rendimento netto del BOT è stato pari all’1,787%.
Per valutare come è andata serve raffrontare questi dati con quelli della precedente asta di BOT semestrali. Ebbene il BOT a sei mesi scadenza 31 luglio 2025 che venne emesso a fine gennaio, esitò un rendimento lordo del 2,536%. Il ribasso c’è ed è evidentissimo. Il problema non è solo che i rendimenti sono calati ma anche il loro crollo fin quasi ai livelli di ottobre 2022.
In pratica, come avevamo evidenziato ad inizio articolo, il BOT semestrale è oramai solo un modo per prendere tempo evitando di tenere i soldi fermi sul conto. Appeal quasi zero con questi rendimenti.