Un nostro amico investitore ci ha inviato, in privato, un ritaglio di un articolo a suo tempo pubblicato da un prestigioso sito economico in cui si parla del rendimento totale che avrebbe dovuto avere un BTP retail collocato in primavera e a suo tempo molto pubblicizzato dall’emittente (lo Stato). Nel titolo di questo articolo si parla di rendimenti totali che potevano partire dall’8%! Nel corpo dell’articolo si fa invece riferimento alla vera e propria corsa a comprare questo BTP da parte delle famiglie e dei risparmiatori italiani. Lo sapete che cedola ha staccato giorni fa questo BTP che doveva avere un rendimento complessivo a partire dall’8% ci ha chiesto il nostro amico? Appena l’1,342% semestrale!
C’è ovviamente un abisso tra quelle che erano le prospettive che si possono desumere da quel a partire dall’8% e la cedola semestrale effettivamente riconosciuta. Quanto basta per accedere un faro su questa questione. Tanto per iniziare vediamo subito quale è il BTP retail di cui parla il nostro amico. Successivamente cerchiamo di capire come mai c’è un simile scostamento tra le prospettive della vigilia e l’ammontare della prima cedola semestrale….fermo restando che certi toni trionfalistici che accompagnano le emissioni di titoli di stano lasciano sempre il tempo che trovano.
Il BTP Italia che doveva avere un rendimento totale a partire dall’8%
Il BTP destinato agli investitori retail che il nostro amico investitore ha segnato altro non è che il BTP Italia emesso a marzo 2023. Un titolo di stato indicizzato all’inflazione praticamente giovanissimo che, non a caso, proprio a settembre ha staccato la sua prima cedola semestrale. Il titolo che doveva arrivare a rendere fino all’8% ha scadenza marzo 2028 e codice ISIN IT0005532723.
Di questa emissione ci siamo occupati anche noi su RisparmiOggi anche perchè il collocamento, da subito, apparve molto popolare. Non è stato quindi un caso se, alla fine, il Btp Italia Mz28 Eur (questa la denominazione ufficiale) raccolse ordini pari a 9,92 miliardi di euro, una cifra che include sia la parte retail che quella relativa agli investitori istituzionali (il BTP Italia, a differenza della nuova famiglia del BTP Valore, si rivolge sia ai risparmiatori che agli istituzionali e presenta due fasi di collocamento).
Ad ogni modo prima dell’avvio dell’emissione di questo titoli, il MEF aveva comunicato l’ammontare della cedola minima garantita, poi confermata: 2%. Fin da subito si aprì un dibattito tra gli investitori sulla convenienza ad investire nel BTP Italia marzo 2028. Proprio quel 2% divenne al centro del dibattito: era sufficiente? Ed è qui che si inseriscono le analisi diciamo ottimistiche che arrivano a prospettare un rendimento totale a partire dall’8%. Queste stesse stime che, a seguito della recente comunicazione sull’ammontare della prima cedola del BTP Italia marzo 2028, sono state seccamente smentite.
La cedola semestrale del BTP Italia marzo 2028 fissata all’1,342%
Come effettivamente segnalatoci dal nostro amico, il BTP Italia marzo 2028 lo scorso 14 settembre ha staccato una cedola semestrale dell’1,342%. Non è stata una sorpresa visto che da tempo il Tesoro aveva reso noto l’ammontare della prima cedola alla luce dell’andamento dell’indice FOI.
Su RisparmiOggi avevamo dato puntuale comunicazione a riguardo. Quello che invece non avevamo notato (e che l’amico investitore ha invece messo in risalto) è l’abisso che c’è tra questa percentuale e quei rendimenti stratosferici che dovevano incassare tutti quegli italiani che si erano a suo tempo messi in fila per comprare il BTP Italia ISIN IT0005532723.
Ci facciamo caso adesso e aggiungiamo altro direttamente dal nostro archivio: a maggio, quindi appena pochi mesi prima, i possessori di un altro BTP Italia, il maggio 2026 (ISIN IT0005332835) incassarono una cedola del 4,5%. Sicuramente chi ha in portafoglio questo titolo può ritenersi soddisfatto.
Chi invece ha in portafoglio il BTP Italia marzo 2028, assumendo un investimento di 10.000 euro, il 14 settembre si sarà messo in tasca 134,2 euro da cui deve essere anche detratto il 12,5% della tassazione BTP. Difficile dirsi soddisfatti con numeri simili.
Approfondisci i concetti base >>> BTP Italia: come calcolare la cedola, esempio
Come si è passati dall’8% di rendimento alla delusione per la cedola?
Per capire perchè la prima cedola del BTP Italia marzo 2028 ha deluso così tanto è necessario tener presente due dati: 118,24 e 118,64. Il primo è il FOI durante il collocamento e il secondo è il FOI alla fine del semestre. Da questi due dati scaturisce un rapporto di rivalutazione di appena l’1,00339 sulla base del quale si è calcolato la cedola totale semestrale (2% annuo/2).
Questi numeri suggeriscono che la rivalutazione dell’inflazione (centrale quando si parla di BTP Italia) è stata molto debole quasi nulla. Se a ciò si aggiunge che da marzo ad ora i rendimenti dei titoli di stato sono rimasti più o meno sugli stessi livelli alti (e le previsioni BTP 2023 lo confermano), si può capire perchè quell’8% prospettato con euforia ad inizio emissione sia stato del tutto disattesi.
Risultato la prima cedola del BTP Italia marzo 2028 è stata appena appena più alta della cedola minima garantita del 2% annuo.
Cosa sarebbe dovuto avvenire per non restare delusi? Sicuramente un andamento dell’inflazione su livelli alti avrebbe determinato una cedola più consistente. Ma questo scenario, tenendo conto delle politiche anti-inflazione seguire con ostinazione dalla BCE (il saggio di rifermento è al 4,5% dopo l’aumento di settembre di altri 25 punti base) era praticamente inverosimile e impossibile fin da marzo scorso.
Vedremo come andrà la seconda cedola del BTP Italia marzo 2028. Peggio di così sembra difficile.