Le obbligazioni sostenibili sono sempre più diffuse con centinaia di migliaia di emissioni ogni anno. Il trend è visto in crescita anche alla luce della crescente attenzione verso le tematiche della sostenibilità ambientale. Man mano che il peso dei green bond si è allargato, sono anche aumentati i casi degli emittenti furbetti ossia di tutte quelle società che immettono sul mercato obbligazioni verdi che di green, a conti fatti, hanno solo il nome.
Proprio per contrastare questo fenomeno, il Parlamento Europeo era da tempo al lavoro per definire nuove regole sul settore e, in modo particolare, sull’assegnazione della qualifica “green”. Ieri è stato fatto un passo in avanti molto importante su questo fronte. Da Bruxelles, infatti, è arrivato il via libera definitivo al regolamento sugli emittenti di obbligazioni che intendono utilizzare la denominazione EuGB (European Green Bond o obbligazione verde europea) nella commercializzazione dei loro titoli obbligazionari.
Cosa prevede la nuova normativa europea sulle obbligazioni sostenibili
Anche in Italia il successo delle obbligazioni sostenibili è inarrestabile. Ma cosa cambierà adesso con le nuove regole europee? Tanto per iniziare il passaggio compiuto da Bruxelles non è da intendersi come una formalità. Il Parlamento sta davvero provando a mettere ordine in un settore anarchico e il solo modo per riuscire a farlo è imponendo rigide normative per gli emittenti che intendo usare il marchio EuGB.
Questa denominazione non è obbligatoria e quindi continueranno sicuramente ad esserci emittenti con obbligazioni sostenibili senza marchio di affidabilità. Spetterà poi all’investitore decide cosa fare ovvero se premiare i green bond EuGB oppure comprare obbligazioni senza questa denominazione.
Il riconoscimento del marchio, comunque, impone rigide prescrizioni agli emittenti soprattutto per quello che riguarda trasparenza e impegno sul fronte della sostenibilità.
Innanzitutto, le imprese devono fornire un’ampia divulgazione di informazioni riguardo alla destinazione dei proventi dei Green Bond che intendono emettere. Gli emittenti dovranno quindi spiegare in modo chiaro come i fondi raccolti saranno utilizzati per sostenere progetti e iniziative ecologiche. Si tratta di un passaggio fondamentale per garantire che gli investitori abbiano una informazione all’altezza sulla finalità dei loro investimenti.
Inoltre, le imprese sono tenute a sviluppare una strategia per la transizione verso un’economia sostenibile. Per ottenere il marchio EuBB, quindi, sarà necessario dimostrare un impegno a lungo termine sul fronte ambientale e quindi non basterà l’emissione estemporanea giusto di un paio di green bond all’anno. Gli emittenti, inoltre, dovranno anche dimostrare quale è l’impatto reale degli investimenti effettuati attraverso i green bond.
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Sui green bond arriva il sistema di registrazione
Le nuove regole sui green bond certificati EU, riguardano anche l‘istituzione di un quadro di vigilanza per i revisori esterni che effettuano la valutazione di questo titoli. Il tema dei controlli dei controlli è centrale al fine di garantire l’integrità del processo di valutazione. Il riscontro di eventuali conflitti di interesse, siano essi effettivi o potenziali, dovrà essere trasparente e aperto.
Non mancano, per finire, anche le disposizione transitorie: in vista della piena operatività della tassonomia, le imprese che emettono green bond si devono assicurare che almeno l’85% dei fondi raccolti attraverso le emissioni verdi sia destinato ad attività che rispettino i criteri della tassonomia. Il restante 15% può essere destinato ad altre attività economiche ma anche esse devono essere segnale e dichiarate dall’emittente.
Il nuovo regolamento europeo sui Green Bond rappresenta un importante passo avanti nel promuovere gli investimenti sostenibili e nell’assicurare che le imprese aderiscano a rigorose normative per contribuire all’obiettivo di un’economia più verde. L’auspicio è che la sua implementazione, sia pure graduale, possa contribuire a garantire una maggiore fiducia degli investitori. La scelta se premiare gli emittenti EuGB o gli emittenti senza questo marchio che collocano obbligazioni sostenibili non certificate, spetta a loro.