I BTP sono titoli di debito emessi dallo Stato italiano con scadenza superiore all’anno solare. Questi buoni del tesoro poliennali garantiscono a scadenza il loro valore nominale ed è per questo che sono scelti da molti risparmiatori. Per i possessori di questi titoli, è di grande interesse il tipo di tassazione che su essi ricade.
Ogni risparmiatore che possiede BTP o qualsiasi altro tipo obbligazione sovrana, su essa paga una certa quota di tasse che è pari al 12,5%. In tale valore rientrano svariati titoli di Stato, tra cui anche quelli esteri. Inoltre la stessa tassazione è applicata sugli interessi, da loro maturati, qualora ne siano previsti. L’ultima riforma per quanto riguarda la tassazione dei BTP è avvenuta nel 2014 con l’entrata in vigore del Decreto Legge 66/2014 e con esso è aumentato l’aggravio fiscale sui titoli finanziari. Per il 2024 sono previste ulteriori novità.
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Tassazione BTP 2024 novità
Come detto prima l’attuale tassazione BTP ha un’aliquota del 12,5% e sarà mantenuta per tutto il 2024. Un’aliquota decisamente più contenuta rispetto a quella monstre presentata anni fa in una Legge di Bilancio (e poi per fortuna bocciata) che prevedeva addirittura una tassazione 26%! Secondo tale proposta tale percentuale si sarebbe dovuta applicare sulla plusvalenza dei titoli in vendita con vita residua superiore ai 10 anni.
La tassazione applicata sulla vendita allo scoperto sui derivati dai titoli di Stato è invece dello 0,5% in base al valore del contratto. La proposta avanzata anni fa sull’aumento della tassazione sui BTP si sarebbe dovuta applicare a investitori privati, fondi pensionistici e fondi comuni di investimento (qui la guida alle aliquote).
Fortunatamente la bomba è stata disinnescata. La tassazione BTP 2024 resta quindi al 12,5%. Niente via libera all’aumento, almeno per ora.
Tassazione BTP cedole come funziona
La cedola è un tagliando che viene applicato al certificato rappresentativo di un titolo, staccato dal certificato, permette al possessore la riscossione di interessi, o dividendi maturati. Investire in BTP è sostanzialmente sicuro, ma al momento di un disinvestimento anticipato non è detto che non possa esserci una perdita.
Il rendimento dei BTP (qui la guida per il calcolo) è composto dalla differenza tra il prezzo di rimborso alla scadenza e al momento della vendita anticipata e quello di acquisto dell’atto ad emissione.
La cedola può essere annuale o con durata minore ed essa da dunque il diritto ogni tot di tempo, al possessore di riscuotere gli interessi maturati.
L’acquisto di un titolo avviene generalmente a corso secco, questo vuol dire che se il titolo viene venduto non a scadenza ma ma tra un periodo a un altro di validità della cedola, al venditore spetterà il pagamento dell’interesse maturato fino a quel momento.
Tassazione BTP capital gain come funziona
Il Capital Gain è noto anche come plusvalenza o guadagno in conto capitale. È la differenza tra valore di vendita e quello di acquisto di uno strumento finanziario. Esso prende vita solo in caso di plusvalenza del titolo posseduto, altrimenti non esiste. Può essere calcolato in 2 modi diversi:
- Rendimento assoluto del Capital gain: è la differenza in valore assoluto tra la cifra di vendita e quella di acquisto di un determinato titolo, nel nostro caso il BTP;
- Rendimento percentuale del Capital gain: è il rapporto tra il rendimento assoluto e il prezzo di acquisto.
Il capital gain, per quanto riguarda il calcolo del reddito, ha valore diverso e deve essere associato a specifiche voci, per le persone fisiche sarà inerente ai Redditi diversi, mentre per le imprese andrà nel Reddito di impresa. Per quanto riguarda le ritenute da versare tutto dipenderà dal tipo di regime fiscale scelto se si tratta di tipo dichiarativo il detentore di titoli avrà il rendimento lordo e poi sarà sua cura calcolare e versare la ritenuta.
Se ha optato per il regime di risparmio amministrativo l’ente creditoria tratterrà automaticamente la somma della ritenuta spettante.
Come risparmiare sulle tasse con i BTP
I BTP generano 2 tipi di guadagno:
- Redditi capitale non dedicibili
- Redditi diversi
Questi ultimi nel momento in cui fossero presenti possono essere dedotti da eventuali minusvalenze, in modo da compensarle. Per tale operazione è possibile utilizzare le plusvalenze dell’anno corrente e quelle dei 4 anni successivi.
Generalmente le banche sono restie a comunicare questa pratica ai loro correntisti, quindi i risparmiatori che hanno BTP in portafoglio dovrebbero sempre prestare molta attenzione alla situazione in cui si trovano.